Femca-Cisl Puglia contro Acquedotto Lucano
“Il continuo richiamo ai dipendenti di Acquedotto pugliese al rispetto di un ‘Codice etico’ ma alla cui osservanza non è tenuto il management, ci conferma che l’azienda persevera in un comportamento di chiusura verso i lavoratori sulle diverse questioni economiche, poste sul tavolo dai Sindacati”. Lo sostiene il Segretario generale della Femca-Cisl di Puglia, Cristina Attila, ricordando sia “le parole della dirigenza – non ci sono i soldi perché ogni risorsa economica è destinata agli investimenti – che i proclami sull’assenza di problemi in AQP, descritta come un oasi felice, in quella sorta di ‘Pravda’ che è il giornale aziendale”.
“In questo contesto – rileva Attila – non poche preoccupazioni destano, nei dipendenti, i rilievi posti dalla Corte dei Conti nella sua ultima relazione ove si evidenzia che ‘malgrado i positivi risultati conseguiti negli esercizi 2009-2010, l’aspettativa di continuità degli stessi, come risulta dall’ultimo piano industriale approvato, appare condizionata dalla presumibile crescita dell’indebitamento netto stante l’ingente mole di investimenti ancora da realizzare’”. La stessa magistratura contabile indica come per AQP “l’indice di copertura delle attività mostra una forte dipendenza dalle fonti esterne di finanziamento.”
Secondo la Femca-Cisl di Puglia in tale scenario, così come espresso dalla Corte dei Conti, forti perplessità si rilevano circa l’opportunità da parte dell’azionista Regione Puglia, ‘di dar luogo alla distribuzione straordinaria una tantum di dividendi per complessivi 12.250.000 euro a valere sulle riserve straordinarie di utili ante 2010’, ma anche e soprattutto sulla scelta di riconoscere a favore dell’Amministratore Unico un incentivo straordinario collegato all’attività svolta per favorire la transazione, compito intrinseco nel ruolo di un amministratore che risulta ben retribuito (anche troppo), così come quello del Direttore Generale. Inoltre, su una operazione che ha lasciato molte perplessità e che è costata 13 milioni di euro all’Azienda, non condivisibile appare la rinuncia da parte della società AQP S.p.A. alle azioni (comprese quelle sociali) di responsabilità verso gli amministratori che hanno stipulato i contratti derivati e verso gli attuali amministratori.
“Ciò detto – aggiunge il Segretario della Femca – è evidente che tale situazione non può non preoccupare i dipendenti di AQP che, vista la situazione finanziaria aziendale che coincide con la continua riduzione di liquidità intravvede la reale possibilità del verificarsi problemi relativi al pagamento delle loro retribuzioni. I dipendenti di AQP vogliono risposte certe e rassicurazioni sul futuro dell’azienda, avendo il fondato sospetto, a questo punto, che la direzione intrapresa dal management aziendale non sia quella corretta e che, anzi, vi siano stati evidenti errori circa le strategie adottate”. E’ per questo che i dipendenti si pongono delle domande che meritano una risposta se non altro per ristabilire un clima di serenità fra i lavoratori e Azienda in un momento di grande difficoltà per tutto il Paese che amplifica il timore per il futuro.