CSAIL ancora critico verso la giunta regionale
“Un’altra spesa a pioggia da parte della Regione che la giustifica con l’obiettivo, nobilissimo ma tutto da dimostrare, di compensazione ambientale nei territori interessati dalle estrazioni petrolifere. Mi riferisco al Programma di 5,6 milioni di euro che oltre alla Val d’Agri, al Sauro e al Marmo-Platano-Melandro saranno spesi anche in comprensori quali Metapontino e Collina Materana che non mi sembra abbiano qualcosa a che fare con il petrolio”. E’ quanto sostiene il presidente del Csail-Comitato Indignati Lucani Filippo Massaro aggiungendo che “la paladina della green economy, l’assessore all’Ambiente Mazzocco ‘rutellina’, reduce dell’assemblea nazionale di Maratea del suo partitino, secondo tutti i sondaggi elettorali più aggiornati intorno allo 0,3% dei consensi degli italiani, punta a mettere in pratica la strategia della cosiddetta economia verde. Dunque vorrebbe in Val d’Agri (e non solo) più alberi da fare come ci spiega lei stessa da ‘effetto filtro’ verso le colture agrarie delle aree interessate. Credo che abbia fatto bene in proposito il consigliere regionale Franco Mattia a chiedere conto, preliminarmente, dei soldi che l’Eni avrebbe dovuto versare alla Regione in dieci anni, dal 1999 al 2009, per 110 miliardi di vecchie lire pari agli attuali 57 milioni di euro. Anche noi del Csail – aggiunge Massaro – vogliamo sapere se, quanto e a chi ha versato l’Eni e cosa si è fatto di quei soldi. Nessuno ci può prendere in giro: se effettivamente in Regione sono arrivati sia pure diluiti negli anni tutti questi fondi le foreste intorno ai pozzi, nelle aree a rischio frane e smottamenti si dovrebbero pure vedere. In questo clima di crescente corruzione e sfiducia per la politica e per le istituzioni (nazionali e regionale) è sicuramente più utile che l’assessore Mazzocco invece di sperperare soldi per fini demagogici e dare lezioni su come garantire un minore inquinamento dei suoli su un più ampio raggio e sull’assorbimento dell’anidride carbonica, si metta in giro con qualche decina di funzionari capaci del suo Dipartimento per contare quanti alberi sono stati piantati e dove piantarne altri. Infine dubitiamo fortemente che affidare interventi così complessi all’Area Programma Val d’Agri di Cantiani che si è rivelato del tutto incapace a gestire la fase iniziale del Piano di forestazione possa dare risultati seri e giornate lavorative di cui i nostri operai forestali disoccupati hanno assoluto bisogno”.