Fiammata al Centro Oli di Viggiano, il Dipartimento Ambiente chiede chiarezza
La Regione Basilicata vuole capire le cause e le dinamiche che hanno determinato, venerdì scorso, il calo di energia al Centro Oli di Viggiano e la conseguente fiammata che è divampata dalla cosiddetta “torcia di sicurezza”. Il Dipartimento ambiente della Regione, su iniziativa dell’assessore al ramo Vilma Mazzocco e del direttore generale Donato Viggiano, ha convocato intorno allo stesso tavolo tutti i soggetti pubblici e privati interessati: Eni, Comune di Viggiano, Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente e Provincia di Potenza, con l’obiettivo di acquisire tutti gli elementi utili a ricostruire l’accaduto.
In particolare il direttore Viggiano ha chiesto alla multinazionale di “integrare, rispetto alle precedenti comunicazioni, e argomentare in maniera chiara ed esaustiva l’intera catena di eventi che ha causato l’episodio”. All’Arpab, invece, è stato chiesto di “comunicare le misure delle 5 centraline di rilevamento aria dal momento della fiammata in poi, così da poter stimare l’esatto livello di qualità dell’aria”. Eni ha confermato e illustrato dettagliatamente che “intorno alle ore 13 del 28.9.2012, durante il normale esercizio dell’impianto, si è registrato un improvviso blocco delle due turbine di generazione elettrica in funzione e delle caldaie a recupero ad esse associate.
Detto evento ha comportato l’intervento immediato delle logiche di sicurezza, con il relativo blocco dei compressori e la depressurizzazione del gas naturale con scarico in torcia, secondo quanto previsto sul diagramma causa-effetti del Centro Olio”. Eni ha precisato che “l’intero sistema di controllo ha funzionato in maniera corretta, consentendo di gestire costantemente l’impianto in assoluta sicurezza”. L’Arpab ha comunicato che “tutti dati provenienti dalle cinque centraline nelle ore immediatamente antecedenti e successive all’evento non hanno rilevato alcun superamento dei valori di qualità dell’aria. La sola centralina denominata Grumento 1 ha evidenziato nel tardo pomeriggio un leggero innalzamento dei livelli di ossidi di azoto e di anidride solforosa, comunque ampiamente sotto i limiti di legge”. Il direttore Viggiano ha richiesto ad Eni un ulteriore successivo approfondimento sulle motivazioni tecniche di arresto dei gruppi turbina e sulla catena di ridondanza dei sistemi di generazione di riserva.
“Quanto accaduto – ha commentato l’assessore Mazzocco – ci offre l’occasione per fare una valutazione sui livelli di sicurezza che vengono garantiti da Eni e chiedere di innalzarli qualora risultassero anche di un solo punto al di sotto del livello minimo di garanzia per gli abitanti della zona e per tutto il territorio”. Con la stessa logica di trasparenza e condivisione, durante l’incontro è stata manifestata la volontà di organizzare uno o più incontri pubblici per fare in modo che la società Eni dialoghi direttamente con le popolazioni del territorio, così da poter rispondere ad ogni domanda, chiarire ogni dubbio e fugare eventuali ansie ingiustificate. L’incontro, hanno assicurato il Comune di Viggiano e la stessa Eni, si farà quanto prima.