Patentino per guidare i trattori, ma la Cia Puglia è contraria
Il prossimo 12 marzo entrerà in vigore il patentino per la guida dei trattori, ma la Cia Puglia si dice fortemente contraria a tale norma. La decisione, frutto dell’Accordo Stato-Regioni del 22 febbraio 2012, prevederà l’obbligo formativo e il conseguimento del patentino per chi utilizza i trattori agricoli. Ma, come detto, la Cia Puglia è ferma sulla sua posizione: ” Tale accordo rischia di divenire l’ennesimo aggravio burocratico ed economico a carico delle aziende agricole”. La Confederazione Italiana Agricoltori, infatti, non condivide assolutamente la scelta di far ricadere sul datore di lavoro l’onere economico di tale formazione.
“E’ una norma assurda – commenta Antonio Barile, presidente della Cia Puglia– per una serie di motivi, primo fra tutti l’aggravio dei costi per le aziende agricole in un periodo di profonda crisi economica, con migliaia di aziende agricole che già hanno chiuso i battenti e con tante altre in una situazione davvero critica. Secondo alcune stime, infatti, per l’abilitazione alla guida dei trattori ogni azienda agricola dovrà pagare dai 2 ai 4mila euro. Una tale spesa rappresenterebbe davvero il colpo di grazia per le nostre aziende agricole. Secondo motivo è quello relativo agli agricoltori che guidano i trattori da decenni, in alcuni casi anche da mezzo secolo, e che hanno acquisito una professionalità ben oltre le nozioni che si fornirebbero con la formazione prevista dalle attuali norme. Chiediamo, dunque, la abrogazione di tale norma, che potrebbe rimanere valida solo per i nuovi trattoristi che intendono specializzarsi nella guida dei trattori agricoli e che, dunque, potrebbero acquisire, a loro spese, l’abilitazione”.
Lo stesso discorso vale anche per la revisione delle macchine agricole. “Un’altra norma assurda e che graverà come un macigno sulla testa degli agricoltori pugliesi – prosegue Barile – che saranno costretti, se tutto ciò dovesse concretizzarsi, a sopportare migliaia e migliaia di euro per revisionare le macchine agricole. Anche di questa norma ne chiediamo l’abrogazione, per la specificità delle macchine agricole, che hanno caratteristiche costruttive diverse dagli altri veicoli e, soprattutto, per il fatto che, quelle in dotazione delle aziende agricole, circolano su strada in modo limitato, senza contare le difficoltà che si potrebbero riscontrare nel raggiungere le officine autorizzate, spesso ubicate nei centri urbani più grandi”.
Se tali norme dovessero concretizzarsi, rappresenterebbero un ulteriore appesantimento burocratico per le aziende agricole che, secondo i dati forniti dalla stessa Confederazione Italiana Agricoltori, per assolvere a tutti gli adempimenti burocratici imposti spende, in media, 2 euro ogni ora di lavoro, 20 euro al giorno, 600 euro al mese, 7200 euro l’anno.