BasilicataCronaca

Don Uva, dalla Regione la proposta per il fitto del ramo con contenuti economici

Il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, ha formalizzato la proposta di fitto di ramo d’azienda per le attività lucane dell’Istituto Don Uva, con una lettera alla Congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza, titolare dello stabilimento stesso, e al presidente del Tribunale Fallimentare di Trani, che sta valutando la situazione finanziaria e di debitoria dell’Istituto per assumerne le conseguenti determinazioni. Nella lettera De Filippo conferma la volontà precedentemente già annunciata con la precedente missiva e mette in campo anche i contenuti economici della proposta, basandosi su uno studio dei conti della struttura che il Dipartimento Salute della Regione, guidato dall’assessore Attilio Martorano, ha commissionato alla società di revisione contabile Bdo Spa. Tale documento fotografa una grave situazione di perdite di esercizio nelle attività lucane della congregazione, ma indica anche le misure di riorganizzazione ed efficientamento che potrebbero da subito portare a ridurre le perdite di oltre la metà prospettando nel tempo la possibilità di un ritorno ad un risultato di esercizio positivo. Così, la proposta della Regione individua la possibilità che la Regione metta a disposizione, nella prima fase, fondi necessari a ripianare le perdite da parte di un eventuale nuovo organismo che potrebbe prendere in gestione la struttura lucana (indicando, comunque, un tetto all’intervento della Regione) e prevede che un canone di fitto da corrispondere alla Congregazione solamente nel caso in cui le perdite di esercizio siano inferiori all’entità dell’intervento di ripianamento delle stesse programmato dalla Regione e comunque in misura non superiore a 200mila euro l’anno. In pratica nel caso in cui la il risultato della nuova gestione del “Don Uva” di Potenza dovesse risultare in pareggio o in perdita, pur considerando l’intervento regionale, alla Congregazione non andrebbe alcun fitto, ma potrebbe comunque contare sulla eliminazione delle perdite di esercizio a proprio carico, stimate dalla Bdo ad oggi, con riferimento agli anni 2011 e 2012, in diversi milioni di euro, elemento che rappresenterebbe un indubbio vantaggio per la Congregazione, specie in un momento come quello attuale in cui la Congregazione sta cercando di scongiurare le procedure concorsuali liquidatorie. In questo modo sarebbero garantiti sia la continuità dei servizi che i lavoratori. Per poter puntare ad una definizione della vicenda sarà ora necessario attendere la valutazione della proposta avanzata dalla Regione da parte del Tribunale fallimentare e, successivamente, le determinazioni della Congregazione. Nelle more, la Regione continuerà a mettere in campo ogni utile iniziativa per ottenere il rispetto degli impegni presi dalla proprietà nei confronti dei lavoratori.

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