Il Consigliere regionale Rocco Vita: “Adeguare il numero degli addetti forestali nell’area del Parco del Pollino”
“La sollecitazione dell’assemblea dei sindaci della Comunità Lucana del Parco del Pollino, contenuta in un documento trasmesso alla Regione, per realizzare, in previsione del Piano Regionale di Forestazione 2013, le condizioni del riequilibrio occupazionale nel settore forestale nel comprensorio del Pollino va raccolta e pertanto approfondita nelle sedi istituzionali competenti per individuare una soluzione alla perdita, nel corso degli anni, di addetti nell’area del Parco”. E’ quanto sostiene il capogruppo del Psi in Consiglio Regionale Rocco Vita sottolineando che “se con la chiusura del turnover nel settore della forestazione il comprensorio del Pollino, come altri comprensori montani, ha raggiunto risultati apprezzabili per la stabilizzazione della manodopera forestale, è accaduto che il pensionamento che ha interessato numerosi addetti ha superato i nuovi ingressi vanificando l’obiettivo centrale della LR 42/98, quello del riequilibrio occupazionale. Hanno pertanto ragione i sindaci dei comuni del Pollino a rivendicare uno sforzo finanziario della Regione tenuto conto del “prezzo” pagato dalle comunità locali che hanno ceduto sovranità sui propri territori a favore della tutela ambientale per effetto dei vincoli del Parco. Si pensi che il turn-over ha escluso i comuni di Calvera, Noepoli e Senise ed ha prodotto appena 11 unità a Terranova di Pollino, 8 a Carbone, 7 a Lauria, 4 rispettivamente a Viggianello, Latronico, Rotonda e San Severino, 2 a Castelluccio Inferiore, Castelsaraceno, Castronuovo S.Andrea, Cersosimo, Chiaromonte, Episcopia, Fardella, Francavilla in Sinni, S. Costantino, S. Giorgio, S. Paolo, Valsinni ed appena una a Castelluccio Superiore, con il risultato complessivo che la differenza del turnover è di 23 operai forestali in meno. Non si può sottovalutare che la forestazione continua a rappresentare per l’area del Pollino la più rilevante attività occupazionale e di reddito oltre che essere essenziale per la difesa idrogeologica, la manutenzione dell’estesa rete viaria interpoderale, la tutela di ambienti naturali protetti e per la prevenzione degli incendi boschivi. Si rende perciò necessario destinare all’area del Parco del Pollino un contingente di operai forestali in grado almeno di garantire il soddisfacimento della mission del Parco e quindi degli obiettivi prefissati dall’Ue in materia di conservazione della biodiversità, oltre che assicurare ai giovani braccianti, soprattutto donne, una prospettiva di lavoro sia pure precaria”.
Per Vita “ci sono dunque tutte le condizioni – dall’indice di spopolamento dei comuni del Pollino, all’estensione della superficie boscata e di quella interessata da vincolo idrogeologico, all’individuazione delle aree protette – per ridefinire la distribuzione sul territorio regionale degli addetti alla forestazione come del resto prevede la LR 42/98 che peraltro va adeguata ed ammodernata alle novità intervenute nel comparto nel giro di 15 anni in particolare per garantire la razionale gestione selvicolturale che assicuri il mantenimento degli equilibri naturalistici”.