CronacaPuglia

Tagli alle pensioni di invalidità, anche in Puglia c’è preoccupazione

Le pensioni di invalidità erogate dall’INPS potrebbero subire ingenti tagli a spese di uomini e donne con gravi problemi di salute e non autosufficienti. È quanto accadrà se la sentenza della cassazione del 22 marzo 2013, che ha autorizzato l’INPS a non pagare più i 275 euro mensili agli invalidi totali il cui coniuge guadagna 16.000 euro lordi all’anno, dovesse diventare prassi. Una possibilità che preoccupa tutta la categoria, visto che in ballo ci sarebbero migliaia di pensioni non più erogate. Secondo i dati ISTAT, infatti, sono quasi 56.000 le famiglie pugliesi che potrebbero essere colpite dalla gravosa sentenza (oltre 15.000 nella sola provincia di Bari).

“Da quando i media nazionali hanno diffuso la notizia – spiega il presidente di ANMIC Bari, Michele Caradonna – tra gli invalidi, totali e no, si è diffuso un forte sentimento di angoscia: nei nostri uffici c’è una processione ininterrotta di soci in preda al panico, i telefoni non smettono di suonare, tutti ci chiedono informazioni e chiarimenti. Noi cerchiamo di mediare; da un lato proviamo a infondere calma e coraggio, poiché una sentenza su un caso specifico non ha il valore di una legge, ma dall’altro non possiamo nascondere come la situazione sia estremamente seria, anche per la vacanza di un pronunciamento chiaro e univoco della legge. Resta da capire perché proprio oggi, in un momento di crisi e di difficoltà economiche per tante famiglie, proprio mentre eravamo impegnati in una vertenza con il Governo per ottenere un innalzamento delle pensioni di invalidità, l’INPS, inaspettatamente e autonomamente, rimette in discussione una legge di 33 anni fa, facendo cadere una nuova pesante tegola sulla testa degli invalidi.”

In realtà, una proposta di legge pensata appositamente per salvaguardare le esigenze dei numerosi invalidi pugliesi ci sarebbe e riguarderebbe un testo presentato il 29 marzo 2011, in cui si pone in modo chiaro e univoco, come limite reddituale annuo per ottenere una pensione di invalidità, solo ed esclusivamente il reddito personale e individuale del beneficiario. Una proposta che giace alla Camera da ormai due anni e che rischia di naufragare a causa dello stato di paralisi che la politica italiana vive. Peraltro, a complicare le cose, il fatto che alcuni dei firmatari, dopo l’esito delle scorse elezioni politiche, non sono più deputati.

“I cittadini disabili – prosegue Caradonna – chiedono alla politica un sussulto di dignità, anche perché l’iniziativa dell’INPS sconfessa apertamente precise indicazioni dal Parlamento in materia. Rinnovo l’appello già fatto, prima delle elezioni, ai parlamentari pugliesi di tutti i partiti: fate presto! Il paese non può aspettare i vostri tempi! Lancio in fine una proposta provocatoria – conclude il Presidente di ANMIC Bari – l’INPS vuole assegnare le pensioni di invalidità sulla base del reddito dei due coniugi? Bene, allora s’innalzi il limite reddituale almeno a 40.000 euro annui: se veramente l’Istituto è in buona fede, questo è l’unico modo per non danneggiare i più deboli.”

 

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