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La preoccupazione del CSAIL dopo il terremoto giudiziario che ha colpito la Regione Basilicata

Nell’apprendere la notizia sui provvedimenti giudiziari contro due assessori e numerosi consiglieri ed ex consiglieri regionali non abbiamo stappato alcuna bottiglia di spumante e tanto meno contribuito ad inondare facebook di messaggi di felicità. Comprendiamo le ragioni di quanti lo hanno fatto perché il malessere sociale ha superato ogni livello di guardia e di sopportazione dei politici che in qualche modo se la sono cercata. Noi, invece, siamo preoccupati sull’evenienza che la politica regionale non sia capace di uscire da questa situazione che contiene anche un innegabile “attacco” della magistratura. Del resto, come interpretare l’ordinanza che non consente a chi è stato eletto di essere presente a Potenza ai lavori di Commissioni e Consiglio? Sarebbe stato meglio per tutti il provvedimento di arresti domiciliari ma non limitare funzioni istituzionali che, piaccia o non piaccia, sono stati i cittadini ad affidare con il libero voto, questa volta oltre che al partito attraverso la preferenza individuale. Quindi delle due l’una: o chi si è macchiato di accuse non può più fare il consigliere oppure se lo può fare deve essere messo in condizione di essere a Potenza. Sia chiaro: questa classe politica e dirigente non c’è mai piaciuta per i comportamenti anche di natura etica dimostrati, oltre che per manifesta incapacità; non a caso da noi non ha mai avuto sconti. Ma, ci chiediamo, nel sistema di democrazia attuale quale possa essere l’alternativa e soprattutto se la fase di ingovernabilità regionale che perdura da troppo tempo sia utile a qualcuno o a qualcosa. Per noi non ci sono vie di mezzo: o Governatore e maggioranza esprimono un nuovo esecutivo di governo regionale in tempi rapidissimi oppure si restituisca ai lucani ogni scelta. Comunque non c’è nulla da gioire: i problemi della sofferenza quotidiana di famiglie, pensionati, giovani, donne non traggono alcun giovamento da una campagna improntata esclusivamente sul sentimento dell’antipolitica. Bisogna ricostruire le condizioni di cittadinanza attiva e di partecipazione della gente alle scelte della nostra regione partendo da chi attualmente in Consiglio non è una “mela marcia” e abbia voglia di metterci la faccia e la responsabilità sia pure con pochi atti concreti prima di realizzare le condizioni di un governo regionale alternativo.

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