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Le opere di Antonio Giovanni Mellone esposte al Museo ‘Ugo Guidi’ di Forte dei Marmi

Al Museo, il giornalista/pittore d’origine pugliese, parmigiano d’adozione e massese d’ispirazione, torna ad esporre soprattutto i suoi possenti cavalieri, in omaggio a quelli del padrone di casa, il celebre artista Ugo Guidi. Ma non solo: in chiave assolutamente personale, Mellone, negli spazi dell’hotel (prolungamento del Museo), presenta altri “volti”, come quelli femminili, idealizzati, e “luoghi”, soprattutto dei cavalieri. Nei suoi quadri, realizzati con acrilici, collages acquerellati e speciali tecniche miste, l’autore illustra uomini prodi, “belle genti” e scorci di un’Italia che ancora potrebbe tornare e ritrovare i sentimenti che contano e che stanno scomparendo. Un messaggio di speranza, dato con pennellate e colori vibranti. Come nel “Cavaliere azzurro” oppure nella tela “Tre dame sole”, che esalta la forza femminile, o nella “Ninfa”, che cela, si svela e ci rivela.

Non a caso la mostra a Forte dei Marmi, a cura della critica Stefania Provinciali, giornalista della Gazzetta di Parma, si ricollega a “Identità Immutate®”, movimento non profit di aggregazione nato a Massa-Carrara nel 2002 per la salvaguardia e la promozione dei “tesori” dei piccoli territori italiani e di cui A. G. Mellone è uno dei fondatori.

«Nella ventina di opere esposte, è possibile scorgere il trait-d’union che connette questa personale al Forte con quella precedente, a Parma», riferisce l’autore, «Il titolo stesso rappresenta la chiave d’ingresso a un modello di espressionismo tutto italiano. I cavalieri, presenti a Parma e ora al Museo Guidi, sono gli archetipi di un mondo virtuale che collega un passato in cui erano validi certi valori, come la compassione, la lealtà e l’amicizia, e l’oggi, in cui questi principi, messi in un angolo dalle crude necessità della sopravvivenza, cedono il passo al materialismo. Anche le donne dei miei quadri sono una parafrasi in chiave moderna, che mette in risalto le loro problematiche attuali, molte delle quali ben diverse da quelle di un tempo. Come si può osservare nell’opera “Bisogno di maternità” o in “Bagnanti”, quadro ispirato alle maschere del teatro Kabuki. Le presenze femminili sono protagoniste anche nel mondo della musica, da me raffigurato con un pianoforte, bianco, rosso o nero, sinonimo di melanconica dolcezza. Altri luoghi sono invece quelli che, nelle mie tele, riconducono ai cavalieri, come resti di abazie e castelli, e che erano avamposti dell’avventura e del romanticismo».

Visite: al Museo Guidi, tutti i giorni dalle ore 18 alle 20 o su appuntamento al 348-3020538 o museougoguidi@gmail.com; al Logos Hotel, tutti i giorni con orario 10-23.

 

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