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Esami di Stato 2013, l’esodo annunciato dalle Commissioni d’esame

Cominceranno domani le prove d’esame dell’esame di stato dell’anno scolastico 2013/13. Le difficoltà organizzative sono quelle ampiamente annunciate e che si registrano ormai da tempo: se l’informatizzazione dei vari passaggi preliminari è ormai compiuta (candidature degli esaminandi e dei commissari, trasmissione dei plichi con le tracce, pubblicazione della composizione delle commissioni), i disagi e le consuete difficoltà si replicheranno identiche a quelle degli ultimi anni.

Nelle 360 commissioni in cui si svolgeranno le prove dell’esame di stato le defezioni dei docenti (soprattutto dei docenti interni) fioccano a dismisura proprio in queste ultime ore. Nelle stanze dell’Ufficio Scolastico Provinciale, gli addetti (sempre più sottorganico) sono costretti a inseguire le rinunce che, fino all’ultimo secondo, verranno trasmesse per fax e email dai commissari d’esame. Al momento se ne contano un centinaio, ma il numero è senz’altro destinato a salire per via dei forfait che verranno comunicati ancora fino all’inizio delle prove scritte.

E se quest’anno si aggiungono le sovrapposizioni di impegni dei docenti precari (quelli con contratto fino al 30 giugno hanno l’obbligo di candidarsi a far parte delle commissioni), impegnati nelle prove orali del concorso a cattedra a provocare una parte delle rinunce, è anche vero che le motivazioni che spingono tanti docenti a sottrarsi ad un incarico oneroso, gravato da pesanti responsabilità e che protrae l’impegno fino a oltre metà luglio sono di ordine soprattutto economico. Le tabelle in base a cui viene parametrato il compenso di presidenti, commissari interni ed esterni (grosso modo € 1200, € 900, € 400) risalgono al lontano 2007 e non vengono aggiornate da ormai 6 anni. Sei anni in cui le retribuzioni del personale della scuola sono rimaste stazionarie col blocco dei contratti e degli scatti d’anzianità (poi parzialmente recuperati), erose dal cresciuto carico fiscale.

Proprio per questo motivo sono spesso i docenti di ruolo con maggiore anzianità (e retribuzioni più alte) ad avere meno interesse allo svolgimento delle funzioni di commissario, mentre i docenti precari, sia per recuperare risorse, sia per accumulare altro punteggio di servizio (valido per il miglioramento della propria posizione nel maccanismo infernale delle graduatorie ad esaurimento) sono messi in condizione di presentare domande di messa a disposizione per coprire le assenze improvvise dei commissari. Assenze che l’Ufficio Scolastico Provinciale di Bari sta tentando di tamponare in queste ore, per l’appunto, utilizzando sia il personale candidato con le domande di messa a disposizione, sia con circolari di fuoco che ribadiscono gli obblighi dei docenti interni, tenuti a rimanere a disposizione della scuola fino al 30 giugno proprio per le sostituzioni dei commissari, pena la valutazione dei comportamenti sotto il profilo disciplinare.

Pur comprendendo lo stato caotico di tutta la procedura e il generoso sforzo dell’Ufficio per lo svolgimento degli esami, la FLC di Bari ritiene che il problema principale, che mina la partecipazione agli esami di stato (ma così è stato anche per le commissioni del concorso a cattedra), sia ravvisabile nella degradazione della professionalità docente, sminuita da compensi incongrui e da carichi di responsabilità sempre maggiori. Invertire la rotta delle politiche dell’istruzione pubblica e in quelle contrattuali è necessario anche per garantire il rispetto della correttezza e della serenità di tutte le procedure di valutazione e di esame finale, compreso il fondamentale esame di stato.

Ezio Falco – segreteria FLC CGIL Bari

 

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