I sindacati contro la distruzione della sanità pubblica
“Urge la sospensione immediata dell’attuale programma di riordino sanitario, rimandando l’attuazione di una riorganizzazione più efficiente immediatamente dopo la risoluzione della crisi del Governo Regionale”. A sostenerlo sono le organizzazioni sindacali, dell’ANPO, dell’ASCOTI, della FIALS Medici, della FEDIRSANITA’ e della FASSID, che si sono opposte alla sottoscrizione del verbale di intesa dell’incontro che si è svolto nei giorni scorsi (15 settembre) sull’individuazione degli standard relativi alle strutture complesse, presso il Dipartimento Salute tra l’Assessore al Dipartimento della Salute, i Direttori delle Aziende Sanitarie Locali n 2 e 3, l’IRCC CROB, l’Azienda Ospedaliera San Carlo e tutte le OO.SS. della Dirigenza medica e Veterinaria.
“Il Ministero della Sanità, già nel luglio 2012, ha inviato una nota agli Assessorati alla Salute – precisano le organizzazioni sindacali – in cui si invitano le Regioni a ridurre le spese riducendo gradualmente i posti letto mediante la soppressione delle unità operative. Ma la Regione Basilicata, dopo ben 12 mesi ed a pochi giorni dalla fine del mandato regionale, ha deciso di adempiere a tale nota proponendo un drastico taglio di strutture sanitarie. Una decisione che coinvolge anche i servizi che non hanno posti letto e che abbatte centinaia di incarichi di strutture complesse e semplici con la conseguente riduzione di personale. Non si è considerata nemmeno l’orografia regionale”.
“La Basilicata non è tra le Regioni interessate ai piani di rientro essendo una regione virtuosa – sottolineano i sindacati – e non ha eccedenza di posti letto rispetto agli standard nazionali. Ma non è tutto. Non si è sviluppato un piano di controllo del setting assistenziale ed oggi si propongono tagli lineari senza specificare i criteri che si siano considerati. Tale scelta, pertanto, appare un mero taglio aritmetico delle U.O.C., basato su criteri esemplificativi che mortificano le professionalità. In realtà sembrerebbe non esserci nemmeno alcuna coerenza con il Piano Sanitario Regionale di recente formulazione. L’unica logica sembrerebbe quella di sopprimere le Unità Operative già citate nel Piano Sanitario che verrebbe così completamente stravolto portando gravi conseguenze sul piano dell’efficienza e della qualità delle prestazioni.
“Non si comprendono pertanto le motivazioni vere di tale scelta – continuano i sindacati – dal momento che l’Assessore nell’ultima riunione del 29 luglio sembrerebbe aver ribadito che tale proposta non è mossa da motivi economici ma da esigenze per migliorare l’organizzazione sanitaria regionale” .
Ed allora è lecito chiedersi quali sono le Motivazioni Vere della soppressione di ben 55 Unità Operative Complesse (UOC) su 178 e di molte altre Unità Operative Semplici in assenza di motivi economici pressanti? E’ stato attuato il previsto centro di spesa unico?
Per i sindacati “la Riorganizzazione si ottiene attuando il Piano Sanitario Regionale, e non con una corsa in avanti o un intempestivo programma destrutturante, che ha come effetto solo un taglio indiscriminato adottato per la mera riduzione dei Posti Letto, sacrificando U.O.C. di importanza strategica e creando una Totale Disorganizzazione. Anche per il Ministro Lorenzin occorre abbandonare la logica dei tagli lineari, auspicando un ripensamento della ‘spending review,’ sulla base dei costi e dei fabbisogni standard, ricercando metodologie per rendere più efficiente il sistema sanitario. A tal fine chiediamo l’attivazione di Tavoli di Lavoro anche con Specialisti nelle varie branche mediche creando Iter Diagnostico-Terapeutici sulle principali patologie come già espressi nel Piano Sanitario Regionale e mai attuati”.