CronacaPuglia

Due condanne per la gambizzazione di Davide Vadacca

distributore EssoHanno chiuso i propri conti con la giustizia i presunti autori della gambizzazione di Davide Vadacca, il 30enne leccese ferito a colpi di pistola nei pressi del piazzale della stazione di servizio Esso, alla periferia di Lecce, all’imbocco della superstrada per Brindisi lo scorso ottobre. Alessandro Sariconi, 34enne leccese, ritenuto il responsabile del ferimento, così come da lui stesso ammesso, è stato condannato a due anni ed otto mesi di reclusione, mentre il complice, Simone Francesco Corrado, di 31, ha patteggiato a due anni di carcere. Il ferimento di Vadacca risale alla sera del 30 ottobre 2012, e per gli investigatori la sparatoria si doveva inquadrare in un regolamento di conti tra bande diverse che si spartiscono gli affari illeciti in città, dato che Vadacca veniva considerato l’erede designato del boss Roberto Nisi. Poco tempo fa (l’11 settembre scorso, ndr) è stato vittima di uno scherzo di pessimo gusto con alcuni manifesti funebri affissi lungo le mura del cimitero ed all’ingresso dell’ex Monastero degli Olivetani che recitavano: “Tragicamente è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari, Davide Vadacca, fu Pompilio. Ne danno il triste annuncio la moglie, il padre, la madre, la figlia ed i parenti tutti. Rimarrai sempre nu lurdu e infame”. Eppure nel corso degli interrogatori di garanzia, sia Sariconi e Corrado riferirono che il ferimento di Vadacca era maturato in contesti completamente estranei da questioni criminali, ma per semplici e banali motivi legate a faccende di donne.

Ai due presunti responsabili del ferimento gli agenti della Squadra mobile di Lecce, coordinati dai sostituti procuratori Guglielmo Cataldi e Giuseppe Capoccia, arrivarono anche tramite la visione delle immagini del sistema di videosorveglianza installato nel piazzale della stazione di servizio e che, inequivocabilmente, avrebbero consentito di identificare sia Sariconi che Corraddo.

Dalle immagini si notava come sarebbe stato proprio Sariconi ad impugnare una pistola calibro 22 e a ferire Vadacca con quattro colpi alla gamba sinistra in modo comunque non grave. I due imputati erano difesi dagli avvocati Francesco Vergine, Giancarlo Dei Lazzaretti e Pantaleo Cannoletta.

 

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