Presentato a Potenza il calendario delle celebrazioni gesualdiane
Concerti, convegni e pubblicazioni per celebrare Carlo Gesualdo – nato a Venosa (Potenza) nel 1566 e morto a Gesualdo (Avellino) nel 1613 – compositore e musicista lucano, con un cartellone realizzato dai conservatori di Potenza e Matera, e dei volumi sulle opere dell’artista, editi dall’Università della Basilicata in collaborazione con l’ateneo di Pavia e l’Istituto italiano per la Storia della musica. Le iniziative sono state presentate stamani a Potenza dai direttori dei due conservatori, Umberto Zamuner e Saverio Viziello, dal rettore dell’Università della Basilicata, Mauro Fiorentino, e dalla responsabile di Ateneo Musica, Giovanna D’Amato. L’idea di base è portare avanti un progetto in grado non solo di celebrare la nascita del compositore (proseguendo il cartellone fino al 2016 per ‘agganciare’ l’anniversario della morte), ma anche di rivisitarne, secondo la tesi dei direttori dei due conservatori, le opere in chiave moderna poiché i suoi spartiti e le sue arie, ancora attualissimi e di grande forza artistica.
Per D’Amato “si tratta di un cartellone di elevato spessore culturale, che nasce dalla collaborazione delle più importanti strutture lucane e con la spinta propulsiva dei conservatori, che porta anche a eventi cruciali non solo musicali”. Il 14 dicembre, infatti, sarà inaugurato un nuovo auditorium a Venosa, realizzato nella Chiesa sconsacrata di San Domenico, nel centro storico della città. Accanto alla pubblicazione dell’Ateneo lucano, poi, sono previsti due appuntamenti nella primavera del prossimo anno, un convegno sui musicisti lucani e un seminario internazionale sulla ricezione moderna di Gesualdo.
“L’università della Basilicata – ha detto il Rettore Fiorentino – ha programmato iniziative di alto profilo internazionale, facendo leva sulla preziosa collaborazione con i conservatori, caso unico in Italia, e con la nostra ‘Universa musica’, nata dall’idea del precedente rettore, Antonio Mario Tamburro, per restituire all’università quel ruolo di centro culturale per la società, che non deve essere mai abbandonato”.