A Castro (LE), ritrovata la statua della dea Minerva
Il busto era sepolto sotto tre metri di terra e poco distante sono stati trovati i resti di un braccio e di un dito che potrebbero appartenere alla stessa statua: la sua altezza originale, secondo le ipotesi degli archeologi, raggiungeva i quattro metri, compreso la balaustra di cui nei mesi scorsi è stato ritrovato un frammento riccamente decorato.
Il busto della dea risale probabilmente al IV secolo ma potrebbe anche essere più antico. Gli scavi, finanziati dall’Unione Europea, proseguono sotto la supervisione dell’Università del Salento e della Sopraintendenza per i beni archeologici. “Ci sono ancora molte risposte sepolte nel sottosuolo di Castro – commenta Angelo Micello, direttore dei lavori nel sito archeologico Capanne – in quasi sei anni di lavoro abbiamo attraversato i secoli: dall’urbanistica medievale alle tracce della presenza bizantina e romana fino agli strati più antichi che oggi ci consegnano un preziosissimo reperto. Il valore della statua non si discute, anche perché chiude molti cerchi rimasti aperti per molti secoli, ma io personalmente credo che l’opera artistica che merita più attenzione sia quella che sembra una balaustra di protezione alla statua stessa. Se un bravo artista può scolpire copiando ogni dettaglio della figura umana, il lavoro di ideazione del gigantesco motivo floreale che compone la balaustra è semplicemente incredibile: potrebbe essere un opera di Escher, dell’Art Nouveau o del nostro più pirotecnico barocco leccese. Altri pezzi, sia della statua che della balaustra sono ancora sotto i colmamenti, alcuni già si intravedono”.
La “rocca con il tempio di Minerva”, dove secondo Virgilio approdò Enea dopo la caduta di Troia, potrebbe essere quindi nel Salento. L’opera è databile presumibilmente al IV secolo avanti Cristo e potrebbe raffigurare la dea Minerva, confermando così le ipotesi degli scopritori del reperto, anche se la veste con corto gonnellino che potrebbe supporre che si tratti di un’Artemide. In tal senso saranno utili le indagini che saranno effettuate prossimamente, in collaborazione con la soprintendenza dei Beni archeologici, l’Università del Salento e il Comune di Castro. Custodita a tre metri dal sottosuolo del centro di Castro, la statua è sprovvista della testa e di altri dettagli anatomici, ma riporta eccezionali tracce di rosso porpora. Le scoperte proseguono: gli archeologi hanno rinvenuto anche la falange di un dito e un braccio e si spera di poter scoprire con il tempo anche gli altri elementi mancanti.