A Matera, l’arcivescovo mons. Giuseppe Caiazzo incontra i giornalisti
A Matera, questa mattina nel Salone degli Stemmi dell’Arcivescovado di Matera-Irsina, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo ha incontrato i giornalisti. Dalle social network communities alla comunità umana » Carissimi, anche quest’anno ci ritroviamo insieme in occasione della 53ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali 2019. Grazie perché ci siete, grazie per il servizio che rendete all’intera comunità. Quest’anno siamo invitati da Papa Francesco a recuperare la dimensione della realtà senza filtri in cui al centro ci sia la persona con i suoi legami umani veri ed autentici. ‘Siamo membra gli uni degli altri’ (Ef 4,25). Dalle community alle comunità’ . «Il tema – si legge in una nota della Sala Stampa della Santa Sede – sottolinea l’importanza di restituire alla comunicazione una prospettiva ampia, fondata sulla persona, e pone l’accento sul valore dell’interazione intesa sempre come dialogo e come opportunità di incontro con l’altro». La parole di Papa Francesco ci invitano a ridare corpo alla comunicazione perché sia a servizio della persona rendendola capace di costruire relazioni autentiche. In questo modo si valorizza il dialogo, l’accoglienza e il confronto per servire sempre la verità. Dice Papa Francesco nel suo messaggio: “Se internet rappresenta una possibilità straordinaria di accesso al sapere, è vero anche che si è rivelato come uno dei luoghi più esposti alla disinformazione e alla distorsione consapevole e mirata dei fatti e delle relazioni interpersonali, che spesso assumono la forma del discredito”. Credo che siate d’accordo con me nell’affermare che si avverte l’urgenza di una profonda riflessione su questo tema che sintetizzo in quattro punto partendo da alcuni interrogativi: 1. Che tipo di relazioni ci sono oggi su Internet? Possiamo parlare di vera comunità come rete fra le persone? 2. Dire “rete” significa dire “comunità solidale”. Questo impegna a costruire un “noi”, che dia spazio all’ascolto dell’altro, ad entrare in dialogo attraverso un linguaggio che diventi sempre più responsabile. 3. Da qui nasce il bisogno di essere bene informati prima di parlare. Papa Francesco fin dall’inizio del suo pontificato ci ricordò che Internet dev’essere un luogo ricco di umanità, una rete di persone e non di fili. 4. Dunque, ben vengano internet e i social ma bisogna farne un uso responsabile che non ci faccia dissociare dalla realtà. La persona umana e i suoi rapporti veri ed autentici non possono e non devono essere minati in alcun modo. Del resto, il calore di un abbraccio, la dolcezza rassicurante di uno sguardo ci rendono offline con il mondo, consentendoci però la connessione diretta con la linea più importante, quella del cuore. Il Santo Padre ci invita, pensando alle relazioni virtuali sui social, a non compromettere i valori fondanti delle comunità: il rispetto e l’ascolto Bisogna superare alcuni inganni, paure, pregiudizi orientando la tecnologia, in modo sempre più corposo, al servizio della comunità umana. Concludendo il suo messaggio, Papa Francesco, riprendendo il brano biblico, dice una cosa estremamente significativa: Dal “ like ” all’“ amen ” “L’immagine del corpo e delle membra ci ricorda che l’uso del social web è complementare all’incontro in carne e ossa, che vive attraverso il corpo, il cuore, gli occhi, lo sguardo, il respiro dell’altro. Se la rete è usata come prolungamento o come attesa di tale incontro, allora non tradisce se stessa e rimane una risorsa per la comunione. Se una famiglia usa la rete per essere più collegata, per poi incontrarsi a tavola e guardarsi negli occhi, allora è una risorsa. Se una comunità ecclesiale coordina la propria attività attraverso la rete, per poi celebrare l’Eucaristia insieme, allora è una risorsa. Se la rete è occasione per avvicinarmi a storie ed esperienze di bellezza o di sofferenza fisicamente lontane da me, per pregare insieme e insieme cercare il bene nella riscoperta di ciò che ci unisce, allora è una risorsa. Così possiamo passare dalla diagnosi alla terapia: aprendo la strada al dialogo, all’incontro, al sorriso, alla carezza… Questa è la rete che vogliamo. Una rete non fatta per intrappolare, ma per liberare, per custodire una comunione di persone libere. La Chiesa stessa è una rete tessuta dalla comunione eucaristica, dove l’unione non si fonda sui “ like ”, ma sulla verità, sull’“ amen ”, con cui ognuno aderisce al Corpo di Cristo, accogliendo gli altri”. Certo dell’apporto positivo che quotidianamente attraverso il vostro impegno d’informazione date all’intero territorio della nostra Basilicata, vi ringrazio ancora e vi benedico perché possiate continuare ad aiutare tutti noi a costruire relazioni umane vere ed autentiche. † Don Pino, Arcivescovo