‘A midsummer (K)night’s dream’ del pittore Antonio Giovanni Mellone a Parma
L’appuntamento è per giovedì 13 dicembre p.v., a Parma, in viale Martiri della Libertà 15, dove a Palazzo Giordani, sede della Provincia, alle ore 17, verrà inaugurata la personale di Antonio Giovanni Mellone, giornalista e pittore, parmigiano d’adozione. ‘A midsummer (K)night’s dream’ è il titolo significativo della mostra che, riprendendo il dramma di Shakespeare, con un gioco di parole, fornisce il significato intimo della ventina tra tele e grafiche esposte: ‘Sogno di un cavaliere di mezza estate’. Infatti Mellone, con intensi colori acrilici, guache e profonde tratteggiature a china nera, offre una versione personale dei personaggi della mitologia greca, della cavalleria medioevale e di donne leggendarie. Il forte simbolismo delle figure dell’artista, autodidatta, vuole porre all’attenzione dell’osservatore valori insiti in questi “eroi” d’altri tempi e che oggi sono di difficile riscontro, come la saggezza, la generosità e la lealtà. Le opere, che secondo l’autore trasportano nel sogno, se non nell’utopia, saranno in visione al pubblico fino al 13 gennaio 2013, solo nei giorni feriali (dal lunedì al giovedì dalle ore 8.30 alle 18.30, il venerdì dalle ore 8.30 alle 17).
La mostra di A.G. Mellone è organizzata dalla Provincia di Parma, ha il patrocinio del prestigioso Museo Ugo Guidi di Forte dei Marmi (www.ugoguidi.it), conta come sponsor il cavalier Dante Renzini (che per il brindisi offrirà i suoi prodotti d’alta gastronomia umbra e i vini della Cantina-Museo Albea di Alberobello) e come media-partner il giornale online InformaCibo, diretto da Donato Troiano. All’inaugurazione, il 13 dicembre, Bruno Gambacorta, giornalista di RAI 2, presenterà il suo libro “Eat Parade”, tratto dalla omonima trasmissione televisiva e che racconta anche di alcuni protagonisti dell’eno-gastronomia di Parma, come lo chef Massimo Spigaroli, che saranno presenti in sala.
Il vice-presidente della Provincia di Parma, Pierluigi Ferrari, che fa gli onori di casa, commenta così la mostra in apertura a Palazzo Giordani: «Nel cosmo pittorico di Antonio Giovanni Mellone l’approccio che ci accompagna, con un linguaggio evocativo di forti espressioni, di icastici gesti, di memorabili imprese richiede pronunciamenti, richiama emozioni, interroga la sfera del nostro essere; quel pianeta leggendario, antidoto alle precarietà del presente, rappresenta il segreto rifugio di chi reputa defatigante conquista una intimistica separatezza».
La curatrice della personale, Stefania Provinciali, critica d’arte della Gazzetta di Parma, nella sua recensione racconta, tra l’altro: «Padrone del segno grafico, pittore dai connotati figurativi, Mellone ha proseguito sulla via di una tecnica non solo illustrativa, anche se l’illustrazione che propone nelle carte, mantiene intatto il suo fascino. Dietro lo spirito cavalleresco si nasconde infatti il desiderio di accensioni cromatiche, di piacere del racconto e di appropriazione di una forma slegata da precise impostazioni per aprirsi al sogno e alle sue forme. Questo cavaliere di mezza estate sa bene quale è il “lato oscuro” dell’animo, degli dei e degli uomini, e ne raccoglie con originalità le tensioni nelle grandi tele espressioniste e nelle altre dove il recupero delle istanze di primitivismo e spiritualismo, lascia campo libero all’uso del colore».
Da parte sua, Pierluigi Magnaschi, direttore di Italia Oggi e di Milano Finanza, ha voluto apportare la propria testimonianza riguardo al percorso pittorico dell’artista: «Il mio incontro con Antonio Mellone è stato occasionale, a Chiavari, nella seconda metà degli anni Settanta. Non di persona ma attraverso le sue opere, esposte in una galleria sotto i portici del centro. Mi colpirono la padronanza del disegno, il vigore del tratto e la sicurezza cromatica. Era, la sua, una pittura maschia e mediterranea. Decisa, senza ripensamenti, dolcemente rabbiosa. Tornato a Roma, dove allora dirigevo “La Discussione”, lo cercai subito. Gli proposi di collaborare. Mellone accettò la sfida perché, irruente e generoso com’era, ogni novità l’elettrizzava. Da allora è nata, tra me e lui, una collaborazione intensa che si è sviluppata in tutte le testate di cui, man mano, assumevo la responsabilità fino a raggiungere la collaborazione fissa, di tipo esclusivo, quando assunsi la condirezione del Giorno ai tempi in cui la direzione del grande giornale milanese fu assunta da Guglielmo Zucconi, altro ammiratore di Antonio Mellone… L’artista Antonio Mellone si trovò così al centro di un tifone creativo… Fu, quella, una stagione che lasciò il segno nel giornalismo quotidiano di questo dopoguerra. Un segno al quale Antonio Mellone diede un contributo significativo”.