BasilicataCultura

A Potenza la presentazione del libro “Insieme per lottare, crescere, cambiare. Donne lucane nell’UDI tra il 1945 e il 1989”

Sarà presentato mercoledì 26 ottobre alle 16,30, nel Polo Bibliotecario di Potenza, il libro: Insieme per lottare, crescere, cambiare. Donne lucane nell’UDI tra il 1945 e il 1989, di Mariangela Adurno, Patrizia Damiano, Adele De Martino, Etta Mancino, Rosanna Marcodoppico ed Emilia Simonetti, pubblicato nella collana Le Mimose da CalicEditori. Il libro scritto a più mani e promosso dal Comitato Donne Lucane tra storia e memoria, ricostruisce la storia dell’Unione Donne Italiane (UDI) a Potenza e provincia dal 1945 al 1988. E’ un’analisi cronologica dettagliata che parte dalla costituzione dell’UDI, articolazione territoriale di una delle maggiori organizzazioni politiche femminili italiane, prima a Lagonegro, opera di Vincenta Soler Fabretti, e poi a Potenza l’otto aprile 1945.
La prima parte, seppur parziale per un’oggettiva mancanza di documenti, offre un quadro importante sui primi passi delle donne lucane, in maggioranza contadine, verso un disegno di emancipazione e liberazione. E’ interessante notare che già da allora rivendicavano l’aumento delle pensioni alle vedove e alle madri dei caduti in guerra, un sussidio straordinario per la gravidanza, uguaglianza di salario tra donne e uomini nello stesso lavoro, parità nelle assunzioni, acqua potabile, fognature, assistenza sanitaria, scuole, una corriera che giornalmente collegasse i paesi col capoluogo, case con spazi vivibili e tutto quanto contribuisse a migliorare la qualità della vita. Tutto ciò non è per niente scontato se riferito alla metà del novecento e alle condizioni difficilissime in cui le donne si sono trovate a operare: arretratezza, miseria materiale e culturale del contesto provinciale e regionale, pregiudizi.
Pur avendo ottenuto un grande seguito, inspiegabilmente dal 1965, vale a dire dopo la prima Conferenza delle donne della campagna lucana (2 maggio 1965) l’UDI scompare dalla scena politica lucana; riappare a Potenza agli inizi del 1974 per volontà di donne in gran parte istruite ed emancipate con un grado sufficiente di autonomia economica, caratteristiche alquanto diverse da quelle dell’UDI precedente. In dieci anni lo scenario politico, sociale ed economico è notevolmente cambiato, la famiglia nucleare occupa il posto di quella patriarcale anche nelle campagne e nei piccoli borghi; in Basilicata si hanno sensibili miglioramenti nelle infrastrutture, anche se è ancora grave il problema
della disoccupazione e della mancanza dei servizi; gli anni successivi al “miracolo economico” avevano provocato l’abbandono delle campagne e una massiccia emigrazione verso il nord; c’era stato il ’68 animato da grandi fermenti e caratterizzato da una diffusa contestazione che aveva interessato scuola, chiesa, partiti, arte, cultura, psichiatria, dovunque la protesta collegava il mondo studentesco con quello operaio; e infine erano sorti collettivi di giovani donne che stavano dando vita a una nuova ondata di femminismo con pratiche e linguaggi inediti. Nello specifico femminile sono gli anni dell’ammissione delle donne ai pubblici uffici e alle professioni (1963); della
legalizzazione del divorzio (1970); della istituzione degli asili nido comunali e della tutela delle lavoratrici madri (1971).
La seconda parte del libro, che riguarda gli anni 1974-1988, si apre con l’impegno della nuova UDI nel referendum sul divorzio e nell’approvazione dei Decreti Delegati sulla scuola. D’ora in poi l’UDI di Potenza sarà sempre presente sulla scena politica e sociale, a volte seguendo le direttive del Nazionale, altre volte adattandole alla propria realtà. In quattordici anni si è lottato per una legge regionale per l’istituzione dei consultori, per l’approvazione della legge sull’interruzione volontaria della gravidanza. Neanche il terrorismo riuscirà a fermare il cammino delle donne che anche in quegli anni bui troveranno il modo di esprimere il loro dissenso.
Il periodo analizzato è stato ricco di avvenimenti e di grandi battaglie dalla lotta contro la violenza sessuale al referendum sull’aborto, dalla domanda di nuovi alloggi e il risanamento dei vecchi a una maggiore cura degli spazi pubblici. L’UDI si è fatta carico anche dei problemi legati all’occupazione femminile andando in soccorso delle lavoratrici di Banzi, contadine che lavorando a nero erano sfruttate dai padroni, dai caporali e dai trasportatori, e a quelle della Farmaceutica Meridionale, licenziate in quanto donne. Un altro capitolo importante che pure ha visto le donne lucane in prima linea è stato quello della pace e del rifiuto del nucleare. In particolare l’Unione Donne Italiane di Potenza insieme al Centro di Informazione della Donna ha voluto con forza e ottenuto una legge regionale “Per un parto e una nascita senza violenza”.
Alla fine del 1988 all’interno dell’UDI di Potenza il disagio rispetto a un Nazionale che si avvertiva lontano, avviò una riflessione sulla necessità di pensare a un nuovo progetto in grado di dare continuità all’impegno politico, un progetto che andasse oltre l’UDI, aperto a tante altre donne e che potesse dare risposte non solo dal punto di vista legale ma anche psicologico e medico. Dopo un articolato confronto si decise di dichiarare chiusa l’esperienza dell’UDI di Potenza e si costituì Telefono Donna. Il libro è un importante momento di riflessione per le nuove generazioni e rappresenta una occasione per orientarsi come soggetti consapevoli, donne e uomini, nelle difficoltà e nella confusione di questo complicato e inquietante presente.

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