CronacaPuglia

A rischio la presenza dei falchi in Capitanata

FalchiAllarme falchi in Capitanata. A lanciarlo è la Lipu. Da uno studio promosso dall’associazione animalista, infatti, emerge che circa il 90% dei siti di nidificazione è costituito da strutture di interesse culturale o da beni archeologici come masserie, poste, poderi e abbazie. “Sono esempi di antica edilizia rurale – si legge in una nota dell’associazione – che stanno cadendo in malora. In altri casi queste bellezze architettoniche sono minacciate da altre speculazioni territoriali che rubano territorio ai falchi”.

A differenza delle grandi colonie nidificanti nei centri storici delle Murge Pugliesi e Materane, in Capitanata il Grillaio si è insediato con piccole colonie, spesso di poche coppie, su masserie e strutture rurali, spesso abbandonate, raramente in centri abitati, molte volte con rapaci notturni, pipistrelli ed altri migratori di notevole interesse come la ‘Ghiandaia marina’. Qui l’ambiente d’elezione è costituito da distese cerealicole, magari con la presenza di pascoli, utilizzate per cacciare grossi insetti, integrando la dieta con piccoli vertebrati. Queste aree sono strategiche soprattutto dopo la mietitura, quando le stoppie permettono le condizioni e gli ambienti idonei per cacciare, proprio mentre nascono i piccoli, e fino a fine agosto e settembre, quando poi comincia il viaggio di ritorno in Africa.

 

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