Acciaierie D’Italia, D’Alò (Fim Cisl) chiede un chiarimento immediato sullo stallo in cui versa il gruppo
«Chiarire con immediatezza ogni responsabilità rispetto alla situazione di stallo in cui versa il gruppo Acciaierie D’Italia».
Lo chiede in modo esplicito a tutte le parti interessate – Governo, socio pubblico e privato Adi – il segretario nazionale della Fim Cisl Valerio D’Alò, il quale non si sente affatto appagato dai buoni propositi emersi in sede ministeriale.
«Occorre dar seguito in maniera perentoria all’azione di rilancio dello stabilimento, con investimenti certi, così come annunciato lo scorso 30 gennaio al Mimit. La politica dello scarica barile – aggiunge D’Alò – non porta da nessuna parte. Contribuisce solo a far perdere chance rispetto alle opportunità di mercato. In tutta questa baraonda, in mezzo ci sono i tanti lavoratori diretti e degli appalti, costretti a pagare il prezzo più alto di fronte ai tanti tentennamenti che si protraggono da tempo».
In attesa della conversione in legge del decreto sulle misure urgenti per i siti strategici nazionali, tra cui vi è proprio Acciaierie D’Italia, ma anche un input dal Governo in merito alla destinazione dei 680 milioni di euro in arrivo da Invitali, l’incontro di ieri consumatosi a Taranto, nonostante i buoni propositi di stabilire in maniera congiunta una programmazione, si è risolto con un ennesimo nulla di fatto.
«Spiace registrare – spiega D’Alò – che al momento non c’è alcuna trattativa con l’azienda. Nel frattempo apprendiamo che, anche con le imprese dell’indotto, appaltatrici dei lavori di manutenzione degli impianti, al momento non c’è alcuna intenzione di sbloccare gli ordinativi di lavoro, riportando il lavoro al centro per le imprese del territorio ionico. Ancora un bluff tra rimpalli e responsabilità, con il management di Acciaierie D’Italia trincerato dietro un comodo alibi, di non essere loro a dover decidere».
Ragion per cui, di fronte a questi ulteriori ritardi, è importate giocare a carte scoperte. Capire a chi imputare i ritardi, poiché il territorio è al collasso. «Il Governo – avverte infine D’Alò – si prepari a gestire l’aspetto sociale del territorio ionico, qualora sia la componente sindacale che le imprese orbitanti intorno alla committente Acciaierie D’Italia non trovino risposte a breve».