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Accordi Eni e Federalismo municipale, lo sfogo di Giuseppe Alberti

Sono passati circa quindici anni da quando l’Eni, a fronte dell’autorizzazione allo sfruttamento del più grande giacimento di idrocarburi su terra ferma in Europa, presente in Val d’Agri, sottoscrisse due distinti accordi con la Regione Basilicata e il Governo centrale. Al tavolo per la definizione dei suddetti accordi non parteciparono i Comuni della Val d’Agri, ciò in forza delle normative vigenti che attribuivano le competenze in materia energetica alla Regione e al Governo nazionale.

Oggi, anche sulla base dell’esperienza non del tutto positiva nella valutazione degli effetti prodotti dagli accordi sottoscritti, ma soprattutto per il modello di Stato di tipo federale verso cui l’Italia si è orientata, dal quale scaturisce un maggiore protagonismo del territorio e dei Municipi nella gestione delle risorse, deriva che le trattative in corso per una profonda rivisitazione degli accordi non possono prescindere dal coinvolgimento dei Comuni e, nel caso specifico, del Comune di Viggiano in cui ha sede il distretto meridionale ed è concentrato il maggior numero di pozzi e l’ubicazione del centro oli.

La riforma del titolo V della Costituzione (fatta dal governo di centro-sinistra nel 2001) introdusse il principio della proporzionalità diretta, che prevede che le imposte vadano a beneficio dell’area in cui sono riscosse. Riforma ripresa ed implementata dall’attuale Governo anche con il cosiddetto ‘federalismo municipale’ , in forza del quale i Comuni incamereranno una quota dell’IVA e dell’Ires che i titolari di partita IVA verseranno. Sulla base di ciò è necessario definire con chiarezza la sede fiscale dell’Eni e se il fatturato che realizza per l’estrazione di petrolio nei Comuni della Val d’Agri, può essere assunto come base sulla quale calcolare l’imposta sul valore aggiunto e la quota che spetta ai Comuni. Questa considerazione, unitamente alle circostanze che il centro oli a distanza di dieci anni di attività necessita di interventi di manutenzione straordinaria; che l’Eni ha la necessità di realizzare ulteriori pozzi a Viggiano e di integrare il centro oli con una ulteriore linea di trattamento del gas; che gli accordi sottoscritti furono concordati con il prezzo del petrolio a 16-20 dollari al barile, (mentre oggi un barile di petrolio costa circa 85 dollari e negli ultimi anni ha sfiorato i 150 dollari a barile); che la Regione insieme ai Comuni hanno maturato una maggiore esperienza e consapevolezza di ciò che rappresenta il petrolio per un territorio con le ricadute positive, ma anche con le conseguenze negative che si trascina con sé in termini di inquinamento ambientale e preoccupazione in termini sanitari; che l’Eni -Centro Oli a parte- non ha contribuito a realizzare nulla di particolarmente innovativo e di tecnologicamente avanzato per il territorio; sono queste le considerazioni principali che suggeriscono un confronto volto a cercare soluzioni che impegnino l’Eni a contribuire, con le istituzioni locali, regionali e nazionali, per la crescita e lo sviluppo dell’area attraverso un piano occupazionale diretto, modulato su più anni, e interventi su specifici progetti nel campo dell’energia e dell’innovazione.

La nota pubblicità dell’Eni, frequentemente trasmessa da tutte le emittenti televisive nazionali, dice: innovazione, collaborazione, cultura. L’Eni deve semplicemente trasformare questo slogan pubblicitario, molto suggestivo e accattivante, in fatti concreti. Ad oggi, purtroppo, la comunità valligiana associa l’attività estrattiva non certo al significato dei termini del messaggio pubblicitario (innovazione, collaborazione, cultura), bensì a quello di “sfruttamento del territorio”, con scarsa riconoscenza verso di esso. Le problematiche elencate sono ben note al Presidente De Filippo, impegnato in prima persona a far valere le ragioni della Basilicata e del territorio della Val d’Agri nelle trattative con l’Eni, e si auspica che gli si affianchino i parlamentari lucani tutti, in particolare coloro che hanno responsabilità di Governo. Dal punto di vista locale, da alcuni confronti avuti con i responsabili del Distretto Meridionale, con sede in Viggiano, non mancano i segnali positivi per un confronto costruttivo che coniughi gli interessi industriali dell’Eni e le legittime attese e aspettative di una comunità che reclama soprattutto, occupazione, formazione, crescita delle imprese, tutela dell’ambiente e della salute.

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