Acqua, doppia canna Sinni, il comitato tecnico deciderà sull’impiego dei 180 milioni
Sarà un comitato tecnico misto tra Puglia e Basilicata, con la partecipazione dei vertici tecnici di Eipli, Acquedotto Lucano, Acquedotto Pugliese e le due Autorità di bacino, a decidere cosa effettivamente realizzare con i 180 milioni di euro che l’accordo sui Fas relativo alla Puglia indicava come destinati al raddoppio della “canna del Sinni”, la conduttura che porta acqua da Senise alla Puglia. E’ quanto è stato stabilito questa mattina nella riunione del Comitato Interistituzionale per la gestione idrica presieduto dal Presidente della Regione Vito De Filippo che si è riunito a Potenza e a cui ha preso parte anche l’assessore alle infrastrutture della Puglia Fabiano Amati e che ha seguito un fitto confronto che il presidente De Filippo ha avuto nei giorni scorsi col governatore della Puglia Nichi Vendola. I fondi, coerentemente con quanto emerso subito dopo il riparto del Fas, erano stati “impegnati” sul progetto di raddoppio della “canna del Sinni”, poiché si trattava di un progetto già disponibile (requisito, questo, indispensabile per ottenere i finanziamenti) ma già con la prospettiva di poter essere eventualmente spostati su altre opere necessarie al sistema di accumulo a servizio delle due regioni che dovessero essere ritenute maggiormente utili e fossero oggetto della condivisione delle due Regioni. Così, questa mattina, il Comitato Interistituzionale ha dato il via al lavoro tecnico che dovrà individuare come meglio utilizzare le risorse. In questo ambito Puglia e Basilicata hanno chiesto congiuntamente al Governo di definire la questione Eipli, soppresso ma da tempo oggetto di proroghe con una gestione commissariale che vede la scadenza al prossimo 31 dicembre, in prospettiva dell’entrata in campo di un nuovo soggetto di gestione dei sistemi di accumulo, per il quale le due Regioni hanno messo in campo Acqua Spa. Basilicata e Puglia hanno affermato che giudicheranno inaccettabili altre proroghe.
Intanto il Comitato ha deciso anche una modifica della componente ambientale del “prezzo dell’acqua all’ingrosso” destinata alla Puglia, che vede crescere, dal prossimo anno, i costi per la risorsa destinata ad attività industriali e potabile e decrescere le tariffe per l’agricoltura. Una richiesta, questa, avanzata dalla Regione Puglia che prospettava, tuttavia, variazioni comunque più evidenti di quelle deliberate oggi. La variazione delle tariffe, comunque, sarà a “saldo zero” per la Basilicata. E l’entità più modesta delle variazioni decise rispetto a quelle richieste limita anche il rischio che la minore richiesta di acqua dal comparto industriale possa portare ad uno sbilanciamento dei conti. Le intese definite oggi hanno avuto alla base un rilancio dell’accordo di programma per l’uso delle risorse idriche siglato da Basilicata e Puglia nel 1999 e che deve ora essere ridefinito nel quadro del mutato contesto normativo. Le due Regioni hanno, infatti, anche convenuto che da quella base, che rappresenta forse il primo modello di governo federale e solidale delle risorse in Italia, si debba partire per definire la nuova governance idrica del ridisegnato distretto idrografico dell’Appennino Meridionale che include le Regioni Abruzzo, Basilicata Calabria Campania, Lazio Molise e Puglia. “Abbiamo già concordato – ha annunciato il presidente De Filippo – una riunione del Distretto idrografico a Potenza con la partecipazione dei appresentanti di tutte le Regioni per condividere il modello di funzionamento dell’accordo di programma così come contenuto nello stesso documento”. “Un obiettivo – ha commento Amati – su cui si registra la totale condivisione della Regione Puglia”.