Acquedotto Lucano, dai lavoratori mandato pieno alla Femca contro la riorganizzazione
Pieno mandato dai lavoratori di Acquedotto Lucano alla Femca Cisl contro il piano di riorganizzazione all’ufficio provinciale del lavoro e, successivamente, in tutte le sedi preposte per la tutela dei diritti dei dipendenti. Questo l’esito di un’assemblea degli iscritti e dei simpatizzanti del sindacato che si è tenuto nei giorni scorsi a Potenza alla presenza delle Rsu, Domenico Pellettieri e Donato Quagliano, e del segretario generale della Femca Cisl Basilicata, Francesco Carella. Nel frattempo la Femca chiederà un incontro urgente con l’azienda “al fine di rivedere tutte le situazioni che a parere del sindacato sono state fatte senza rispettare la norma”. Lungo l’elenco delle contestazioni: “Passaggi di livello con incarico di responsabile di ufficio a terzi livelli; indennità di funzione a quarti e quinto livello; livelli dati senza corso-concorso; dipendenti di settimo livello da trent’anni senza avere un ruolo; referenti tecnici di sesto livello che devono sovrintendere personale di settimo e ottavo livello; regolamenti emanati ma non concordati con la Rsu; referenti commerciali passati di livello senza accordo sindacale; elargizione di premi; mancata considerazione delle sedi periferiche; ecc.”.
La Femca Cisl chiede all’azienda un confronto su tutte le problematiche che sono emerse durante le assemblee che si sono tenute in tutto il territorio regionale, sia sul piano organizzativo che sul piano della sicurezza. La Femca denuncia “serbatoi fatiscenti, impianti di depurazione e di sollevamento con stretto riferimento agli impianti elettrici, ai laboratori analisi (vana è stata l’attesa del Rls circa la richiesta fatta all’azienda per la messa a norma delle criticità riscontrate), anche a riguardo delle macchine aziendali per le quali si esclude la copertura assicurativa sulle strade sterrate, mentre il novanta per cento dei serbatoi sono raggiungibili solo su strade non asfaltate; come la reperibilità notturna con macchine non attrezzate in cui si registra la presenza di un solo reperibile; parco macchine aziendali non sufficienti alle esigenze di servizio; mancata attivazione delle postazioni computer per gli agli addetti al servizio idrico integrato (non possono scaricare la busta paga né consultare circolari e neanche ricevere o trasmettere posta elettronica aziendale); lavoratori degli impianti di potabilizzazione costretti ad effettuare, oltre alla mansione abituale, lavori di muratura, pitturazione, falciatura dell’erba, ecc., senza l’adeguata formazione-informazione”.
Per il sindacato “particolare rilievo meritano le considerazioni sulle sedi periferiche aziendali o sulle postazioni lavorative in cui si registra la mancanza di servizi igienici, locali adibiti a cambio indumenti o per la consumazione di cibo, armadietti. Rilievo è stato dato anche all’istituto dello straordinario, turni di lavoro e reperibilità in cui si riscontrano differenze abissali rispetto all’impiego del personale dipendente nonostante la parità della mansione”. La Femca Cisl lancia un ultimatum ad Acquedotto Lucano: “Se l’azienda disattenderà la nostra richiesta di incontro, ci vedremo costretti a dare mandato al nostro legale per la contestazione ufficiale presso l’ufficio provinciale del lavoro competente e successivamente agli altri organi di competenza”. La Rsu Domenico Pellettieri annuncia che “per quanto di sua competenza, si attiverà, in mancanza di risposta scritta da parte aziendale, sulle criticità rappresentate a formalizzare presso la Prefettura di Potenza conseguenziale denuncia”.
La Femca Cisl chiede all’azienda un confronto su tutte le problematiche che sono emerse durante le assemblee che si sono tenute in tutto il territorio regionale, sia sul piano organizzativo che sul piano della sicurezza. La Femca denuncia “serbatoi fatiscenti, impianti di depurazione e di sollevamento con stretto riferimento agli impianti elettrici, ai laboratori analisi (vana è stata l’attesa del Rls circa la richiesta fatta all’azienda per la messa a norma delle criticità riscontrate), anche a riguardo delle macchine aziendali per le quali si esclude la copertura assicurativa sulle strade sterrate, mentre il novanta per cento dei serbatoi sono raggiungibili solo su strade non asfaltate; come la reperibilità notturna con macchine non attrezzate in cui si registra la presenza di un solo reperibile; parco macchine aziendali non sufficienti alle esigenze di servizio; mancata attivazione delle postazioni computer per gli agli addetti al servizio idrico integrato (non possono scaricare la busta paga né consultare circolari e neanche ricevere o trasmettere posta elettronica aziendale); lavoratori degli impianti di potabilizzazione costretti ad effettuare, oltre alla mansione abituale, lavori di muratura, pitturazione, falciatura dell’erba, ecc., senza l’adeguata formazione-informazione”.
Per il sindacato “particolare rilievo meritano le considerazioni sulle sedi periferiche aziendali o sulle postazioni lavorative in cui si registra la mancanza di servizi igienici, locali adibiti a cambio indumenti o per la consumazione di cibo, armadietti. Rilievo è stato dato anche all’istituto dello straordinario, turni di lavoro e reperibilità in cui si riscontrano differenze abissali rispetto all’impiego del personale dipendente nonostante la parità della mansione”. La Femca Cisl lancia un ultimatum ad Acquedotto Lucano: “Se l’azienda disattenderà la nostra richiesta di incontro, ci vedremo costretti a dare mandato al nostro legale per la contestazione ufficiale presso l’ufficio provinciale del lavoro competente e successivamente agli altri organi di competenza”. La Rsu Domenico Pellettieri annuncia che “per quanto di sua competenza, si attiverà, in mancanza di risposta scritta da parte aziendale, sulle criticità rappresentate a formalizzare presso la Prefettura di Potenza conseguenziale denuncia”.