Adduce, un no contro gli spettacoli circensi
“Gli spettacoli circensi che utilizzano gli animali sono diseducativi per i grandi e i piccoli. Gli animali sono continuamente ridicolizzati e, durante le prove, sottoposti ad ogni tipo di crudeltà. Per queste ragioni utilizzeremo tutti i nostri mezzi a disposizione perché sia vietato su tutto il territorio comunale l’attendamento di circhi che usano animali nei loro spettacoli”. Lo afferma il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, in merito alla presenza, a Matera, su un suolo di proprietà privata, di un circo che usa animali. Domani si riunirà la commissione di vigilanza locali pubblico spettacolo di cui fanno parte non solo il Comune, ma anche i Vigili del fuoco, l’Asl, un esperto di elettrotecnica. L’Agis e la polizia municipale che dovrà decidere sulla eventuale autorizzazione da dare all’attività circense per assicurare l’incolumità e la sicurezza degli spettatori.
“Una città che si fregia del simbolo di città della pace e dei diritti umani – continua Adduce – non può far finta di nulla di fronte a queste crudeltà sugli animali. E la presenza di un circo che propone questi spettacolo non è neanche coerente con la sfida che abbiamo davanti di candidare Matera a capitale europea della cultura 2019. Infatti, la stragrande maggioranza dei Paesi europei ormai rifiutano gli spettacoli circensi con gli animali. Nonostante la stessa attività circense sia apprezzabile per i contenuti artistici rappresentati da clown, giocolieri, acrobati, trapezisti e illusionisti è l’uso degli animali che l’ha confinato nel vicolo dell’anacronismo. Per la loro intera esistenza gli animali sono obbligati in angusti spazi, in molti casi con l’ausilio di mezzi coercitivi”.
Per il sindaco, “da Matera deve partire una voce forte: basta con lo sfruttamento degli animali nelle attività circensi. Il circo senza animali non solo è possibile ma è necessario per recuperare un rapporto tra uomo e natura, tra bambini e animali. Ritengo che in queste circostanze sia fondata la forte preoccupazione per il benessere degli animali e la presunta violazione della legge 189 del 2004 che condanna chi detiene gli animali in condizioni incompatibili con la loro natura”.