Agricoltura, a Roma la Puglia al centro della Conferenza Economica CIA
Sono molte le questioni pugliesi che, a Roma, durante la nona Conferenza Economica di CIA Agricoltori Italiani, sono state poste al centro del dibattito e del confronto con il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ma anche con gli altri autorevoli esponenti delle istituzioni italiane ed europee presenti al Palazzo dei Congressi: Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale; Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il PNRR; Janusz Wojciechowski, commissario Europeo per l’Agricoltura.
CIA Puglia, l’8 e il 9 febbraio, era presente con una delegazione di circa 60 delegati guidata dal presidente Gennaro Sicolo, che è anche vicepresidente nazionale dell’organizzazione.
Si è discusso della filiera del grano duro, col prezzo del prezioso cereale che da giugno è sceso di ben 150 euro alla tonnellata. Al centro del dibattito anche le problematiche relative a fauna selvatica, al dissesto idrogeologico che in Puglia interessa la quasi totalità del territorio, agli effetti devastanti dei cambiamenti climatici. Particolare attenzione, inoltre, è stata posta su due questioni centrali per la Puglia: il ruolo dei Consorzi di Bonifica in relazione, soprattutto, alla fondamentale questione idrico-irrigua, con i due terzi della regione ‘assetati’ di acqua per l’agricoltura e con infrastrutture vetuste, inadeguate, insufficienti. Sotto i riflettori anche il dramma della Xylella e la necessità di una svolta per il settore olivicolo. Nel panel sulla crisi delle filiere e gli squilibri di mercato, con il bassissimo livello dei prezzi riconosciuti ai produttori, il presidente Gennaro Sicolo si è confrontato direttamente con Maurizio Martina, vice direttore generale FAO; Luca De Carlo, presidente della nona Commissione Senato della Repubblica; Paolo Mascarino, presidente Federalimentare; Patrizia De Luise, presidente Confesercenti; Michele Carrus, presidente Federconsumatori; Dario Costantini, presidente Cna; Cristian Maretti, presidente Legacoop Agroalimentare.
“Agli autorevoli interlocutori che hanno partecipato ai lavori”, ha spiegato Sicolo, “abbiamo presentato diverse proposte: dalla legge sul giusto prezzo agricolo lungo la filiera, al piano di insediamento abitativo nelle aree rurali; dalla sperimentazione in campo aperto delle nuove tecniche genomiche, all’ora di educazione alimentare nelle scuole. Serve una rivoluzione culturale che porti, concretamente, a rimettere al centro l’agricoltura con tutte le sue interconnessioni su agro-energie, rafforzamento e tutela del made in Italy, redditività e lavoro qualificato, turismo, ambiente, difesa del territorio”.
“Con Raffaele Fitto, abbiamo discusso del PNRR, della necessità di non perdere l’occasione rappresentata dagli 8 miliardi riservati al rilancio del comparto, investendo su innovazione e ricerca per ottimizzare le produzioni; logistica e trasporti per connettere aree e mercati; agroenergie per ridurre la dipendenza dall’estero e incentivare la transizione green; cultura del Made in Italy per difendere la qualità e la tipicità dell’agroalimentare contro falsi, etichette fuorvianti e cibo sintetico”. Tutti punti che trovano ampio spazio nel Manifesto di Cia, presentato in Conferenza Economica. Un documento programmatico che mette nero su bianco emergenze e proposte, richiamando all’azione il Governo, per definire insieme un nuovo grande progetto di Sistema Paese con l’agricoltura protagonista, basato su quattro ambiti: rapporti di filiera e di mercato; servizi infrastrutture e aree rurali; clima energia e ambiente; orizzonte Europa. A supporto, per Cia, lo studio ad hoc di Nomisma “Le nuove sfide per l’agricoltura italiana”, illustrato dal responsabile per l’agroalimentare Denis Pantini. Ritrae un’Italia in crisi e più preoccupata della media Ue per inflazione, povertà e guerra, con il 51% dei cittadini in difficoltà economiche contro il 45% del resto d’Europa. Cambiano così i consumi alimentari per l’84% dei cittadini, con lo stop al superfluo per il 46% e solo il 22% che non rinuncia alla qualità. Nomisma alla mano, c’è poi un’Italia agricola che si distingue in Europa per le attività connesse, come agriturismi, fattorie sociali e didattiche, agroenergie. Valgono 5,3 miliardi e incidono sulla produzione nazionale per oltre il 10% contro una media Ue di appena il 4%. “La Puglia”, ha concluso Sicolo, “rappresenta uno dei sistemi agricoli regionali più importanti d’Italia: noi faremo appieno la nostra parte per il rilancio, al livello politico-istituzionale il compito di sostenere la sfida che affrontiamo ogni giorno”.