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Agricoltura e lavoro femminile per lo sviluppo del Mezzogiorno

È necessario che il Sud venga maggiormente considerato e che, qualunque dovesse essere il nuovo governo in carica dopo le prossime elezioni, si scelga una politica economica rigorosa ed efficiente per il Mezzogiorno, capace di sostenere l’industria ed il lavoro, ricordando che proprio al sud si colloca la gran parte delle vertenze più spinose. Il divario strutturale in termini economici e sociali che separa il Nord ed il Sud dell’Italia, oltre ad essere iniquo verso i cittadini residenti nel Mezzogiorno, determina un deficit di competitività per l’intero Paese che, ormai, in una situazione di crisi profonda non è più sostenibile né accettabile.

Uno dei settori che, secondo l’Ugl Puglia, può diventare un fattore trainante di questa crescita è l’agricoltura, come ha affermato il segretario generale dell’UGL Puglia Giuseppe Carenza: “Se fatta con serietà, certamente, possiamo sviluppare le nostre coltivazioni e vendere i prodotti dei nostri terreni. Con il sole che splende sulla nostra regione, le acque del sottosuolo e la nostra stessa terra fertile, possiamo diventare l’invidia di tutti. Per fare questo come prima cosa dobbiamo contrastare la gestione errata dell’agricoltura. È il caso dell’attività svolta attualmente nell’area jonica. In quest’area si produce frutta e verdura, che però viene messa sul mercato con il marchio di altre regioni e dunque il pil non viene sviluppato da noi, ma altrove”.

In questa visione di crescita è necessario riportare la percentuale di lavoro femminile, molto bassa in Italia e in particolare nelle regioni del Sud, vicina alle medie europee. “Un altro aspetto importante – precisa Carenza – è che in questa campagna elettorale si stia sentendo parlare molto poco e male delle donne e dell’occupazione femminile. Noi abbiamo sempre sostenuto non da oggi, ma dall’epoca del segretario generale Polverini, che con l’occupazione femminile certamente la nostra Italia, se riuscisse a occupare qualche punto in percentuale di donna, noi avremmo un pil più alto di tre o quattro punti percentuali. A livello nazionale è più complesso, ma crediamo che almeno nella nostra regione possiamo riuscirci, con il sostegno al movimento Grande Sud. È importantissimo questo. Non possiamo tenere le donne ad un quarto dell’occupazione rispetto alla media europea. Dobbiamo aumentarla almeno al 50%”.

 

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