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Agricoltura innovativa di Capitanata, incontro giovedì a Bari

Riprendono gli incontri dedicati all’innovazione per il settore agricolo, organizzati in tutta la Regione Puglia dalla società ADTM srl. “L’iniziativa formativa – spiega Arduino Valerio Tribuzio amministratore della società cui è stato approvato il finanziamento regionale – riflette totalmente gli obiettivi della sotto misura regionale 1.2 dedicata alla promozione di iniziative dimostrative ed informative sull’innovazione nelle filiere agricole per lo sviluppo sostenibile delle imprese, settore che sta attraversando una crescita impetuosa, legata alla possibilità per gli agricoltori di risparmiare sui costi grazie all’accessibilità delle nuove tecnologie e alla diffusione delle conoscenze di base”.
Il convegno, in programma giovedì 7 novembre p.v. dalle ore 15:00 presso l’Hotel Villa Romanazzi Carducci a Bari, sarà focalizzato sulla produzione energetica nella filiera vitivinicola e sulle applicazioni nell’agroindustria in Capitanata e rientra nel progetto presentato da ADTM che intende trasferire, con un ciclo di 12 incontri formativi, conoscenze relative alle innovazioni scientifiche ad un settore “tradizionale” come l’agricoltura per consentire loro un upgrade rispetto al mercato contemporaneo. Il progetto è stato presentato in collaborazione con docenti della facoltà di Agraria dell’UniFg tra cui Massimo Monteleone che tratterà di organizzazione e logistica delle filiere bioenergetiche incentrate sull’impiego delle potature come combustibile e di autonomia energetica di consorzi e cooperative viti-vinicole. Antonia Carlucci aprirà un focus sulle malattie del legno della vite e loro possibili vie di diffusione e concluderà l’incontro l’agronomo Antonio Baselice con un caso studio di filiera agroenergetica in Capitanata: produzione di agripellet.
È ormai generalmente riconosciuto il potenziale dell’agricoltura nella produzione di energia da fonti rinnovabili: un aspetto fondamentale è la valorizzazione energetica delle biomasse residuali di origine agricola,   intendendo con questo termine sia i residui agricoli derivanti dalla
raccolta di prodotti per uso alimentare sia i residui derivanti da processi produttivi agro-industriali.
Nel settore vitivinicolo sono presenti da un lato i residui della potatura (sarmenti) tra le biomasse di origine agricola e dall’altro i sottoprodotti della vinificazione (vinacce, raspi e fecce) tra i residui della trasformazione agro-industriale. Si stima che i potenziali residui del settore vitivinicolo a livello nazionale abbiano una disponibilità di circa 1,3 milioni di tonnellate annue di sostanza secca, quasi completamente inutilizzate, una produzione che potrebbe sostituire teoricamente circa 80.000 ha di colture energetiche, e 2,4 milioni di tonnellate di sottoprodotti della vinificazione, che risultano mediamente per ¾ inutilizzati.
Il vantaggio a livello ambientale del recupero a fini energetici di queste biomasse risulta abbastanza evidente, in quanto da un lato la loro produzione non entra in concorrenza nell’uso dei suoli con le produzioni alimentari e dall’altro, poiché trattasi di residui del processo produttivo agricolo o industriale, risolve il problema di sottoprodotti che, se non sono disponibili per degli usi alternativi, devono essere comunque smaltiti.
Il loro utilizzo permetterebbe di produrre energia elettrica e/o termica
sostituendo fonti non rinnovabili e, a livello di singola impresa, potrebbe costituire un’integrazione al reddito attraverso un incremento dei ricavi (vendita dell’energia) o attraverso risparmio di costi (autoconsumo dell’energia prodotta).
Per info e prenotazioni pregasi inviare una email a info@adtm.it
 

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