Agricoltura e Mezzogiorno, Basilicata alla guida del cambiamento
“Sono notizie particolarmente positive i segnali di ripresa contenuti nel rapporto elaborato da Ismea e Svimez presentati ieri a Roma. Dati che rendono visibile lo sforzo verso il cambio di passo nelle politiche agricole che Governo e Parlamento stanno attuando negli ultimi anni, rimettendo l’agroalimentare tra i temi da cui passa lo sviluppo del nostro paese.” Lo dichiara l’assessore alle Politiche agricole e forestali Luca Braia.
“Registriamo + 12,9% per l’occupazione giovanile nel Mezzogiorno (più della media italiana), con un peso importante dell’imprenditorialità giovanile agricola, un aumento che riguarda soprattutto i giovani under 35 (+9,1%) e l’avvio di 20 mila imprese in più al Sud, nei primi mesi del 2016, con la Basilicata che apporta il maggiore contributo, seguita dalla Calabria e dal Molise e a ruota da Campania, Sicilia e Sardegna.
Trend che per la nostra regione – prosegue l’assessore – continuerà ad aumentare anche grazie alle 183 nuove imprese agricole di giovani under 40 beneficiari dei finanziamenti della prima finestra del bando Misura 6.1 del Psr Basilicata, a cui si aggiungeranno almeno altri 180 ragazzi e ragazze alla chiusura della seconda finestra prevista il 7 marzo prossimo e con una previsione di circa 600 nuove aziende agricole che saranno aperte in Basilicata entro il 2017. Lo stesso Ministro Martina, nel corso della presentazione del Rapporto ha citato la Basilicata come esempio virtuoso del cambio di passo e della scommessa sui giovani che stiamo portando.
Entro marzo, continuando nel percorso di accompagnamento intrapreso per i nuovi insediati con l’iniziativa ‘Agri-Cultura è Futuro’, abbiamo già in programma una iniziativa formativa sul credito insieme al sistema delle banche e Ismea nel corso del quale la Basilicata presenterà la documentazione obbligatoria e lo strumento BPOL previsti dall’Unione Europea.
É arrivato il tempo per la Basilicata – continua Braia – e per il mezzogiorno di prendere in mano l’Italia e guidare il cambiamento proprio partendo dalle politiche agricole che sono ritornate al centro dell’attenzione e delle azioni sia del governo che regionali per il rilancio economico ed occupazionale. L’agricoltura rappresenta, oggi, un’opportunità che non possiamo permetterci di sprecare.
Il sud sta dimostrando di ripartire proprio grazie all’agricoltura che ha assunto un ruolo di primo piano nella creazione nuovo lavoro soprattutto per i giovani che decidono di scommettervi il loro futuro e, per la prima volta da anni, la crescita è visibilmente e concretamente maggiore rispetto al resto del Paese.
Il PIL cresce dello 0,8% contro lo 0,5% del centro-nord, il settore primario cresce del + 7,3% rispetto al +1,6% del centro-nord. Molto bene anche l’andamento dell’export agroalimentare del Meridione con un +15,5% per i prodotti agricoli meridionali e un +7,6% per quelli alimentari (Centro Nord +6,3%). Altre conferme della vitalità del settore arrivano dai dati Istat 2016 dell’export agroalimentare con il nuovo record nazionale a 38,4 miliardi (+3,9%).
E’ giunto sicuramente il tempo di dare maggior vigore al comparto, costruendo il contesto migliore per il futuro sviluppo economico, che non può prescindere anche dal sostegno alle filiere agroalimentari e dal provare a risolvere le questioni correlate all’accessibilità, alla lotta al dissesto idrogeologico, alle infrastrutture e alla logistica, con una grande attenzione all’innovazione, all’accompagnamento e alla formazione di coloro che decidono di intraprendere proprio in agricoltura, attraverso le opportunità date dal nostro particolare territorio e dalla qualità delle produzioni.
Giovani sempre più protagonisti e desiderosi di conoscenze e formazione specifica di settore: cresce a +20% il numero di immatricolati alle facoltà universitarie del gruppo agrario rispetto agli ultimi 10 anni. Incremento degli iscritti anche agli istituti professionali agrari ed alberghieri. Sono dati che ci impongono una lettura del fenomeno in prospettiva e ci responsabilizzano sempre più nel dover trovare nuovi sistemi di sostegno per irrobustire la qualità dell’offerta formativa.
Occorre lavorare alla nuova PAC – conclude l’Assessore Luca Braia – rafforzando gli strumenti di riduzione del rischio sul reddito derivanti da calamità o speculazione e così permettere all’agricoltore di programmare investimenti a medio termine e poi nella direzione del sostegno dei prezzi e dei redditi, per stabilizzare un mondo in crescita e fermento e stimolare al concetto della multifunzionalità che permette di differenziare il reddito agricolo. L’agricoltura del nostro sud ha grandi potenzialità che cominciano proprio dalla qualità e dalla percezione che il mercato ne ha di prodotti migliori tra i prodotti nazionali. La debolezza del settore nel mezzogiorno é però nell’agroindustria, nella trasformazione e commercializzazione con un fenomeno importante di prodotti delle nostre regioni che fanno il successo dell’agroalimentare del nord Italia.
Si tratta ora di accelerare e fare di più e meglio, utilizzando le più grandi potenzialità e opportunità date dalla collocazione delle regioni del Mezzogiorno, con una politica dei porti decisiva e una piattaforma agroalimentare logistica in Val Basento strettamente correlata al porto di Taranto che potrebbe diventare il porto dell’agroindustria dell’intero Mezzogiorno, capace di soddisfare la crescente domanda di cibo di qualità e Made in Italy da parte dei mercati del Nord Europa e non solo.
Sono dati – conclude Braia – che ci consegnano l’obbligo di proseguire su questa strada, provando a fornire tutti gli strumenti, incoraggiando le politiche di sostegno e detassazione, ma anche formando e accompagnando verso l’organizzazione e la cooperazione, a questi giovani imprenditori agricoli attraverso cui assicurare un adeguato ricambio generazionale nel solco della sostenibilità integrale auspicata anche da Papa Francesco e del capitale umano su cui investire”.