AIA, l’Ilva obbligata a pagare 3 miliardi di euro
Consideriamo di estremo interesse che l’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia), rilasciata dal Ministero dell’Ambiente allo stabilimento siderurgico di Taranto, obblighi l’Ilva ad un impegno di spesa valutato in tre miliardi. Nessuna realtà produttiva del Mezzogiorno, né pubblica né privata, presenta nel medesimo sito produttivo concentrazioni analoghe di investimenti. Alla fine del percorso l’Ilva, grazie anche alle Bat conclusion che anticiperanno rispetto al 2018 i tempi previsti dall’Europa, diverrà sito maggiormente competitivo sul versante produttivo ed ambientale. Un impianto pilota rispetto agli altri siti analoghi di Paesi concorrenti con il nostro.
E’ del tutto evidente che tali interventi riguarderanno esclusivamente le emissioni in atmosfera, mentre nei prossimi tre mesi il Ministero si è impegnato a stabilire regole per la messa in sicurezza, la bonifica e la gestione rifiuti industriali, ovvero per la cosiddetta ambientalizzazione dello stabilimento. Anche questi ulteriori interventi costituiranno occasione significativa ed aggiuntiva di investimenti finanziari.
Tutto il processo si avvarrà del monitoraggio in continuo degli impianti che producono emissioni, con una operazione trasparenza che in tempo reale consentirà all’intera comunità di coinvolgersi con la conoscenza immediata dei rischi per la salute, così come avviene da anni ad Hamilton (Canada) grazie alle centraline posizionate sui tetti delle scuole.
Lo stabilimento Ilva, dunque, può diventare riferimento in Europa nel corretto rapporto, per cui come Cisl ci siamo sempre battuti, tra sostenibilità ambientale e salvaguardia dell’occupazione e della salute, all’interno e all’esterno della fabbrica al punto che quanti oggi adombrano surrettiziamente rischi di delocalizzazione mostrano nei fatti di non comprendere che salvaguardare il patrimonio siderurgico nazionale presente a Taranto è un imperativo imprescindibile per tutti. Nessuno escluso.
Quanto al tema dell’emergenza sanitaria, premesso che noi consideriamo da tempo anche questa materia snodo cruciale della vertenzialità Cisl, va ribadito che l’Aia si occupa solo della questione impiantistica. E’ per questo che alla Regione Puglia sollecitiamo l’immediata esigibilità degli 8 milioni già stanziati per l’attivazione promessa di un servizio di valutazione del danno sanitario, in una struttura di eccellenza presso l’Ospedale Testa, attrezzando reparti specialistici per diagnostica ed attività terapeutiche. Tutto ciò in riferimento a patologie già presenti o in fase di incubazione, per le quali occorre immediatamente intervenire sulla sorveglianza sanitaria con protocolli di diagnostica e terapeutici efficaci, in modo particolare su tutte le malattie asbesto-correlate. Queste ultime hanno una incubazione che va dai 30 ai 40 anni e nel prossimo periodo entreranno nella fase di massima esplosione. Ecco perché chiediamo con forza che si crei un centro di eccellenza per la cura delle malattie da amianto. Al Governo, invece, chiediamo di rendere disponibili entro il corrente mese di ottobre i dati aggiornati dell’indagine epidemiologica che l’Istituto Superiore della Sanità ha in corso, da alcuni mesi.
Per la Cisl, i contenuti dell’Aia costituiscono un ulteriore riferimento per rimarcare come l’economia ambientale possa effettivamente confermarsi driver di sviluppo territoriale e come l’insieme delle risorse finanziarie pubbliche già di competenza unite a quelle di carattere privato nelle principali direttrici di sviluppo territoriale, dalla portualità alle bonifiche, dall’energia alla produzione cementiera e, non per ultimo, alla siderurgia, possono imprimere una spinta ancor più forte verso un rilancio sociale ed occupazionale qui atteso da troppo tempo.
Daniela Fumarola – Segretario Generale Cisl Taranto