Al teatro “Stabile” di Potenza le celebrazioni per il “Giorno della Memoria”
Questa mattina il Teatro Francesco Stabile di Potenza ha alzato il sipario sulle celebrazioni per la ricorrenza del “ Giorno della Memoria ”, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. Ad entrare in scena, dinanzi alle massime autorità religiose, civili e militari della provincia e ad una gremita platea di giovani e cittadini, gli studenti del Liceo Walter Gropius di Potenza che hanno immediatamente conquistato il pubblico con una superlativa esecuzione del Canto degli Italiani, aprendo ufficialmente la
manifestazione. L’evento, promosso e coordinato dalla Prefettura di Potenza, d’intesa con il Comune di Potenza e l’Unicef Basilicata è, quindi, entrato nel vivo con la lettura del messaggio inviato dal Ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa, Senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati, ricordando l’importanza di ritrovarsi, ogni anno, per “ onorare le vittime della Shoah, nella data in cui vennero aperti i cancelli di Auschwitz svelando al mondo l’orrore dello sterminio ebraico”. Sono seguiti, poi, i saluti istituzionali del Presidente della Provincia di Potenza Christian Giordano, del Sindaco di Potenza Vincenzo Telesca, del Vicepresidente Regione Basilicata Pasquale Pepe e del Prefetto di Potenza Michele Campanaro.
“Oggi vogliamo onorare la Memoria dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati e internati, militari e civili, italiani nei campi nazisti. Alle migliaia di italiani che non sono più tornati dai campi di sterminio, ma anche a quelli che sono rientrati va il mio pensiero commosso. Ai familiari di dieci di essi, residenti nella nostra provincia, consegneremo in mattinata le medaglie d’onore conferite dal Presidente della Repubblica”, le parole del Rappresentante del Governo. Dopo aver ripercorso brevemente i passaggi storici di una delle più drammatiche pagine dell’umanità, il Prefetto ha, poi, voluto condividere con la platea un proprio, personale ricordo: “ Da poco insediatomi nella mia prima sede da Prefetto, mi è toccato il privilegio di partecipare il 13 dicembre 2017, in presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla inaugurazione del primo museo italiano dedicato alla storia della cultura, dell’ebraismo italiano e della Shoah: il MEIS di Ferrara. Il valore di realizzazioni come per quel Museo – che si propone di suscitare e propagare un forte impulso nelle Istituzioni, nella scuola, nella coscienza pubblica e in special modo tra le giovani generazioni, alla conoscenza di temi così delicati e importanti – è fondamentale, anche per rinnovare quotidianamente la memoria degli oltre settemila cittadini ebrei vittime della persecuzione nazifascista in Italia. Nei giorni successivi a quella inaugurazione, lo stesso Presidente della Repubblica ha voluto ancor più sottolineare l’importanza di coltivare e tramandare la memoria della Shoah nominando Senatrice a vita Liliana Segre, che ha speso la sua vita testimoniando l’orrore patito ad Auschwitz ed ha reso lustro alla Patria con altissimi meriti nel campo sociale. Questa scelta, avvenuta in un momento in cui il numero dei sopravvissuti e dei testimoni diretti di quella tragedia si assottiglia velocemente (oggi sono rimasti in vita appena sette custodi della Memoria e la più giovane ha 85 anni, pensiamoci!), pone con forza l’accento sul valore di chi con la sua testimonianza ha trasmesso il senso del coraggio, della vita, della necessità del dialogo tra diversi, della solidarietà e della pace, utilizzando parole sempre chiare e potenti che non lasciano spazio ad alcun fraintendimento, né a scorciatoie consolanti
su quanto è avvenuto.
Un pensiero grato e commosso, poi, alla Senatrice a vita Liliana Segre che il Prefetto ha raccontato di aver conosciuto personalmente nel 2019 “ Ho ancora scolpite dentro di me le parole che Liliana Segre rivolgeva ad una platea attenta e silenziosa di molte centinaia di ragazze e ragazzi: ‘Io avevo paura di ciò che i miei occhi potevano vedere. Allora avevo scelto un dualismo dentro di me, una sovrapposizione di realtà diverse: ero lì con il mio corpo, che pativa il freddo, la fame e le botte, ma con lo spirito abitavo altrove’. Come non condividere i sentimenti della Senatrice Segre quando afferma che il crimine più grande e aberrante di tutti è stato l’indifferenza? Osservo: è stato oppure lo è ancora oggi? Provo vergogna e profonda sofferenza per gli attacchi e le parole di odio sui social che in questi giorni hanno colpito Liliana Segre. La stessa Senatrice a vita ha confessato il suo pessimismo ed il timore che accada ‘come in ‘1984’, il libro di George Orwell in cui vengono riscritti i libri e tutte le generazioni sanno quello che il governo vuole che si sappia. La Shoah sarà ridotta ad una semplice frase nei libri di storia’. Ecco, queste sue parole dure e sofferte significano una sola cosa: occorre ancora oggi superare l’indifferenza, perché sono in gioco valori supremi, che nei ghetti di Cracovia, Lodz o Varsavia e nei lager di Auschwitz-Birkenau, o Dachau, sono stati calpestati come in nessuna costruzione di pensiero si era prima immaginato potesse catastroficamente
accadere. Valori di civiltà e umanità senza frontiere di luogo e di tempo, che si chiamano rispetto della dignità della persona, ridotta a brandello umano, a sopravvivenza nel terrore fino alla soppressione più brutale.
In conclusione del suo intervento , il Rappresentante del Governo ha esortato i ragazzi a non sottrarsi, né oggi né mai in futuro, dal peso che la Shoah colloca sulle spalle dell’umanità e dalle conseguenti responsabilità, per il tempo presente e per l’avvenire. “Auschwitz ci insegna ogni giorno – ha, infatti, ricordato il Prefetto – di quali orrori può essere capace l’uomo, anche il più istruito e apparentemente civilizzato, se si lascia catturare dall’odio, dal fanatismo, da teorie aberranti. Odio, fanatismo e aberrazioni che purtroppo oggi, come sappiamo bene, spargono sangue innocente in tante parti del mondo, mettendo a rischio la pace, la civiltà e la convivenza. L’antisemitismo non è scomparso, mentre altre forme micidiali di razzismo, di discriminazione, di intolleranza si diffondono nella civiltà del ventunesimo secolo in maniera insidiosa e incontrollata e impegnano le responsabilità di tutti noi alla difesa convinta e quotidiana dei valori democratici sanciti dalla nostra Carta Costituzionale”.
La manifestazione è proseguita con la Lectio magistralis “ Basilicata: memoria al confino ”, pronunciata dal Professore di Storia Contemporanea dell’Università degli Studi della Basilicata Donato Verrastro che ha offerto una approfondita analisi storica di contesto, puntando il faro direttamente sull’intreccio tra la “questione ebraica” e le pratiche di internamento e confino in terra lucana. Grande interesse hanno, poi, suscitato le letture con cui i Dottori magistrali in Storia e Civiltà Europee, Saverio Maria Moliterni e Valeria Capobianco, hanno documentato le storie di ebrei internati o confinati in Basilicata.
Cuore delle celebrazioni, la consegna delle Medaglie d’Onore concesse dal Presidente della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili, costretti al lavoro coatto per l’economia di guerra nei campi nazisti dopo l’8 settembre 1943. Il Prefetto Campanaro, affiancato dai Sindaci di Potenza, Missanello (PZ), Pignola (PZ), Rotonda (PZ), Sant’Arcangelo (PZ) e Tito (PZ), ha consegnato le onorificenze ai familiari di dieci militari della provincia di Potenza deportati in lager tedeschi e polacchi:
Antonio Adinolfi, catturato dai tedeschi e deportato nel lager nazista di Falling Bostel in Germania, dal 9 settembre 1943 all’ 8 novembre 1945;
Gaetano Bonitatibus, catturato dai tedeschi e deportato nel lager nazista di Breslavia in Polonia, dal 15 settembre 1943 al 12 agosto 1945;
Giovanni Di Paola, catturato dai tedeschi e deportato nel lager nazista di Ludwigsburg in Germania dal 10 settembre 1943 al 1° marzo 1945;
Emanuele Ferraro, catturato dai tedeschi e deportato nel lager nazista di Musingen in Germania il 14 settembre 1943;
Francesco Lettieri, catturato dai tedeschi e deportato nel lager nazista KGFL in Germania, dal 16 settembre 1943 al 3 maggio 1945;
Pietro Lo Ponte, catturato dai tedeschi e deportato nel lager nazista di Essen in Germania dal 1° settembre 1943 al 1° aprile 1945;
Francesco Pavone, catturato dai tedeschi e deportato nel lager nazista di Spandau West in Germania dal 12 settembre 1943 all’11 agosto 1945;
Angelo Racioppo, catturato dai tedeschi e deportato nel lager nazista di Ziegenhain in Germania il 9 settembre 1943;
Raffaele Salandra, catturato dai tedeschi e deportato nel lager nazista di Smibury in Germania, dal 9 settembre 1943 all’ 8 agosto 1945;
Salvatore Villani, catturato dai tedeschi e deportato nel lager nazista di Mauthausen in Germania dall’ 8 settembre 1943 al 25 novembre 1945.
Una platea commossa ha, poi, ascoltato la struggente interpretazione della colonna sonora del film Schindler’s List , eseguita dagli studenti del Liceo “ Walter Gropius ” di Potenza. Nel corso della cerimonia, come oramai da tradizione, la Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale Claudia Datena e la Presidente regionale dell’Unicef Angela Granata hanno presentato il Calendario 2025 dal titolo “ La condizione dell’infanzia e dell’adolescenza: denunce e prospettive ”, realizzato da alunni e alunne delle scuole primarie e secondarie della regione che, in un allegro tripudio di colori, hanno offerto il loro vivace ed acuto punto di osservazione sul mondo. La mattinata di celebrazioni si è conclusa, in Teatro, con una coreografia di danza classica e contemporanea sulle note de “ La vita è bella ”, a cura delle studentesse e degli studenti del Liceo Walter Gropius di Potenza ed è proseguita in Piazza Matteotti, dinanzi alla sede del Municipio dove il Prefetto Campanaro ed il Sindaco Telesca hanno disvelato la “Pietra di Inciampo” a memoria perenne delle vittime della Shoah . Durante l’intera durata della manifestazione è stato possibile ammirare opere ed installazioni artistiche, allestite nel foyer del Teatro Stabile dagli studenti del Liceo “ Walter Gropius ” di Potenza.