BasilicataPoliticaPrimo_Piano

Al via oggi il “tour” in alcune carceri di Basilicata di una delegazione del Sindacato Polizia Penitenziaria

Inizia oggi, lunedì 17 febbraio 2025, il giro in alcune carceri della Basilicata da parte di una delegazione del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, guidata dal segretario generale Donato CAPECE, dal segretario regionale Saverio Brienza e dai dirigenti locali del Sindacato.Il SAPPE sarà in visita nelle strutture di Potenza (ore 9.15) e Melfi (ore 15.30) e, martedì 18 febbraio alle ore 10, Matera.

Come da tempo denunciato dal nostro Sindacato, il primo e più rappresentativo della Polizia Penitenziaria”, spiega il segretario lucano Saverio Brienza, “è emerso che nelle carceri sono assai precarie le condizioni per gestire i detenuti dalle tipologie più svariate: psichiatrici, stranieri, tossicodipendenti. Oramai da diverso tempo viene denunciata la precaria situazione penitenziaria della Basilicata, che si caratterizza anche per atti particolarmente violenti contro i poliziotti penitenziari e dall’assenza di provvedimenti contro chi si rende responsabile di queste inaccettabili violenze”. 

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, rimarca la complessiva particolare situazione della Basilicata: “oggi la regione vede coinvolte circa 1.900 persone tra carceri per adulti e minori e rispettive aree penali esterne. Precisamente, nelle carceri per adulti abbiamo fisicamente ristrette 407 persone, 16 quelli nell’Istituto penale per Minorenni potentino. Nell’area penale esterna per adulti, invece, sono 680 i soggetti seguiti dall’Ufficio di Potenza (645 uomini e 35 donne) e 388 da quello di Matera (352 gli uomini e 36 donne). A questi, si aggiungano i minorenni ed i giovani adulti in carico all’Ufficio servizi sociali per minorenni, complessivamente 437”. Importante sarebbe far lavorare tutti i detenuti, evidenzia Capece: “la serenità operativa dei Baschi Azzurri è anche direttamente collegare ad un impegno concreto e quotidiano dei detenuti in attività lavorative, che abbattano l’ozio durante la detenzione stessa. Ciò permetterebbe, concretamente, quella rieducazione del condannato che è espressamente prevista nella Costituzione: e permetto anche a loro di avere uno stipendio, allo Stato di risparmiare sulle spese di mantenimento e alla nostra Comunità di essere più sicura, perché un detenuto che impara un mestiere, quando torna in libertà smette di delinquere nel 98% dei casi. E in questo contesto anche il ruolo di Polizia Penitenziaria è svolto in emergenza continua, come per altro accade in altre carceri regionali e della Nazione”, conclude il leader del SAPPE. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *