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Aliano 2027, il sindaco De Lorenzo condivide l’idea del presidente della “Biennale” di Venezia a “riaprire cinema, librerie e teatri nei piccoli borghi”

“Le parole del presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco, che invitano a ‘riaprire cinema, librerie e teatri nei piccoli borghi’ e a immaginare una vera ‘Biennale della Cultura’ diffusa, trovano piena risonanza nel nostro progetto. Da tempo, infatti, crediamo che le aree interne abbiano la forza di riscrivere la propria storia, puntando su un’offerta culturale che non sia riservata soltanto ai grandi centri urbani”. E’ quanto fa sapere Luigi De Lorenzo, sindaco di Aliano, finalista per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2027. “Proprio per questo la candidatura di Aliano a Capitale Italiana della Cultura rappresenta il segnale di un necessario cambio di prospettiva: se le città possono godere più facilmente di slancio turistico, culturale ed economico, i borghi, con la loro dimensione autentica e la ricchezza di tradizioni, possono diventare luoghi di sperimentazione e rilancio per tutto il Paese. L’auspicio è che il governo, nel tracciare un piano di valorizzazione delle aree interne, possa interpretare la candidatura di Aliano come un’occasione concreta per dar voce alle comunità più piccole ma non meno vitali. Come sostiene Buttafuoco, riportare la cultura nei borghi significa riannodare il filo tra passato e futuro, e aprire nuovi spazi di aggregazione, confronto e innovazione”. Per il sindaco De Lorenzo “in questa logica, diventare Capitale Italiana della Cultura non è soltanto un riconoscimento formale per noi: è la possibilità di dimostrare che un borgo può emergere come hub culturale, capace di dialogare con il mondo e di raccontare un’altra Italia, quella che vuole rimanere viva e fertile nonostante le difficoltà logistiche e strutturali. È tempo di tradurre questi propositi in azioni tangibili. Aliano, con la sua storia e la sua ‘Terra dell’Altrove’, desidera portare un contributo concreto a questa visione per diventare il simbolo di come la cultura possa rinascere proprio dove sembrava meno probabile e meno prevedibile”.

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