Allarme all’Ilva per gravi segni di cedimento all’Afo2
“Afo/2 mostra gravi segni di cedimento. L’impianto Ilva, uno tra i più grandi altiforni d’Europa, presenta numerose crepe così come testimoniano le foto che ci sono giunte in maniera anonima”. E’ quanto denunciano gli attivisti del ‘Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti’, di cui fanno parte diversi operai del colosso siderurgico di Taranto. “Sono evidenti le lesioni, i cedimenti di alcune parti e addirittura un rigonfiamento (come si può notare la trave d’acciaio a vista) del pavimento nella zona del refettorio: non siamo tecnici ma ci sembra chiaro che la struttura si stia deformando”, continua la nota.
Fonti aziendali però tranquillizzano: “Non ci sono problemi di stabilità dell’impianto e di sicurezza per i lavoratori. Il fenomeno è già all’attenzione di Ilva, che ha dato incarico a una società specializzata di eseguire le opportune verifiche strutturali e individuare le eventuali contromisure da adottare. Per quanto riguarda gli interventi di manutenzione, da gennaio 2016 a oggi, nel solo stabilimento di Taranto, la società ha investito 145 milioni di euro di cui la maggior parte destinati all’area a caldo”.
Il Comitato, infine, fa presente che “senza manutenzione le condizioni degli impianti peggiorano perché spremuti come limoni, senza risorse si mette a repentaglio l’incolumità degli operai per favorire la produzione a tutti i costi. Ricordiamo anche che a giugno 2015, proprio in Afo/2, un getto di ghisa incandescente colpì l’operaio Alessandro Morricella, morto dopo giorni di atroci sofferenze”.