Alleanza delle cooperative Basilicata chiede la sospensione del bando di gara sull’assistenza domiciliare integrata
Palesi discordanze ed elementi poco lineari nel bando di gara relativo all’affidamento triennale di assistenza domiciliare integrata nel territorio regionale impediscono alle imprese di formulare un’offerta che garantisca l’effettuazione del servizio rispettosa della professionalità dei lavoratori coinvolti e, soprattutto, dei livelli di qualità che, a maggior ragione in un periodo delicato per il sistema sanitario territoriale, i cittadini lucani pretendono. È quanto riscontra l’Alleanza delle cooperative Basilicata che chiede, per questo motivo, la sospensione della procedura fino a quando non verranno apportati gli opportuni correttivi.
L’Alleanza delle cooperative ritiene infatti insufficienti e non chiarificatrici dei punti evidenziati le risposte fornite dalla Stazione unica appaltante della Regione Basilicata alle osservazioni presentate in data 11 agosto e 9 settembre.
Nello specifico, tra le prestazioni richieste all’aggiudicatario sono presenti anche quelle farmaceutiche, ma tra le figure professionali non vi è traccia del farmacista, nonostante la stessa figura sia poi presente nell’elenco del personale allegato agli atti di gara. Negli stessi atti non sono inoltre esplicitate in maniera chiara e inequivocabile alcune procedure essenziali per il buon andamento del servizio, come il trasporto dei farmaci, la consegna dei prelievi e la procedura completa per lo smaltimento dei rifiuti speciali.
Ancora, la Stazione unica appaltante ha adeguato, dopo la diffida dell’11 agosto, soltanto la base d’asta (rivelatasi palesemente errata) dei lotti 1 e 2, ovvero quelli relativi al servizio di cure domiciliari, ma non per quelli 3 e 4, relativi alle cure palliative nonostante, come riportato dal bando, le prestazioni infermieristiche rappresentano il 65% del totale e quelle fisioterapiche il 15%. Tale mancato adeguamento implicherebbe il paradosso che l’importo delle giornate di cura prescinde dal costo del personale proprio per un servizio in cui tale costo è prevalente. L’indeterminatezza delle condizioni contrattuali dei lotti 3 e 4 è inoltre accentuata dalla previsione di un massimo di sessanta giornate per le cure palliative base, in contraddizione con il D.M. 43/2007, citato dalla stessa stazione appaltante, che invece prevede un numero massimo di novanta giorni di presa in carico.
Infine – ed è un punto fondamentale – la Suarb ha ritenuto di scindere le cure palliative, sia di base che specialistiche, dalle restanti cure domiciliari, formando due lotti separati: una scelta riprovevole sotto il profilo umano che manifesta una mancata comprensione del ruolo delle cure palliative. Il momento del passaggio del paziente dal livello di cura ad alta complessità (presente nei lotti 1 e 2) a quelle palliative (dei lotti 3 e 4) è infatti estremamente delicato e la contestuale eventualità di un passaggio di consegne tra due aziende con diverso personale sanitario verrebbe percepito dal paziente e dai suoi familiari come la perdita di ogni speranza, generando un ulteriore trauma.
Non si può consentire che l’assistenza domiciliare lucana, che negli ultimi anni si è contraddistinta per l’attenzione nei confronti della persona, regredisca proprio sul principio della responsabilità etica verso il paziente preso in carico – sottolineano le associazioni di rappresentanza e le organizzazioni sindacali. In definitiva, l’analisi del bando riconduce a valori indeterminati e non chiaramente interpretabili da parte delle imprese, che riscontrano così una difficoltà oggettiva a presentare una proposta, oltre a denotare i problemi di impostazione evidenziati. Non sospendere la procedura per riconfigurarla – concludono – metterebbe a rischio la stabilità e la qualità di un servizio di fondamentale importanza per le fasce più fragili della società lucana.