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All’IIS di Potenza un san Valentino all’insegna della demolizione del bullo

Un san Valentino all’insegna della demolizione del bullo. Così è stato festeggiato all’IIS “Einstein-De Lorenzo” di Potenza. Una mattina di formazione prevista per gli alunni dell’Itigeo nell’ambito di un percorso guidato dall’associazione “Psicologia e benessere con le esperte: la psicologa e psicoterapeuta familiare-relazionale, Marina Pecoriello, la psicologa clinica e presidente dell’A.P.S. “Psicologia e benessere”, Angela Marino e le psicologhe cliniche Eleonora Pergola e Maria Macrifugi.
Si è tracciato un identikit del bullo e delle sue sopraffazioni. E,  in un certo senso i bulli stessi sono le prime vittime perché “incapaci di riconoscere le emozioni”. E coloro che subiscono ogni forma di sopraffazione non sempre riescono  a cogliere le potenziali aggressività dell’aguzzino. E comunque entrambi -carnefice e vittima- non sono isolati dal contesto che li circonda, poiché sul palco del quotidiano ci sono i sostenitori del bullo e della vittima ma anche gli spettatori neutrali…con tanto di responsabilità!
Le psicologhe hanno presentato attraverso un video le diverse forme di espressione degli atti di bullismo: “prendere in giro in modo pesante, rimproverare, denigrare, mettere in ridicolo, intimidire, umiliare, minacciare, comandare e dominare…”, oltre poi ad arrivare addirittura a forme di violenza verso le cose e verso il corpo dell’altro.  Purtroppo capita di sottovalutare, come è stato sottolineato dalle psicologhe, le gravi conseguenze che un atto di bullismo può provocare anche nell’età adulta con disturbi come “l’agorafobia, disturbo d’ansia generalizzato, disturbo da attacchi di panico, dipendenza, psicosi e depressione”. Di qui l’importanza di fare in-formazione e formazione.
Grande partecipazione da parte degli alunni, oltre un centinaio a rappresentare l’intero Istituto (alunni referenti della Vigilanza e disciplina) coordinati dalla docente referente Bes, Daniela Laragione in collaborazione con i docenti Loredana Molinari, Antonio Scaringi e Michele Ramunno.
Interessanti gli interventi che hanno “responsabilizzato” i presenti a prendere coscienza che ciò che passa per “ragazzata” è, a volte, un vero e proprio atto di bullismo e di violenza che ferisce e fa del male al proprio compagno.
E nel momento del feedback gli alunni hanno scritto le loro riflessioni anonime su un biglietto consegnato poi alle psicologhe per un dialogo su problematiche e/o riflessioni fatte dagli alunni  stessi. Tra i tanti messaggi letti, uno davvero toccante: “Il bullismo è il gesto più crudele che un ragazzo compie o riceve. Io sono stato vittima di bullismo da sempre, e ho sempre cercato di combattere tutto questo sia a livello fisico, sia a livello morale cercando di levare di mezzo la sofferenza e accogliere l’amicizia, il sorriso e la pace”. A voler parlare ai compagni l’alunno Nicola che ha paragonato il bullo ad un “attentatore dell’Isis”, “perché – ha detto – il bullo semina terrore nei confronti della sua vittima”.
Tutti hanno imparato che alla base di atteggiamenti non sani c’è un problema e una bassa autostima che coinvolge il carnefice e la vittima. Certo parlarne non è semplice ma il “dire”, il “raccontare” è un passo decisivo e fondamentale per uscire da un circolo vizioso… La vittima deve essere aiutata a parlare, “con amici fidati, genitori, insegnanti, autorità competenti”. A tal proposito sono stati segnalati i seguenti numeri utili: 800669696 oppure 0971.21232.
Ma si è parlato anche di cyberbullismo, di atti aggressivi attraverso l’uso dei social network e delle sue tipologie: dal flaming (battaglie verbali on-line) all’harassment (molestie), cyberstalking e denigration, impersonation (violare l’account), exclusion, outing e trickery (diffusione di segreti e informazioni altrui), cyberbashing o happy slapping (comportamento criminale che parte nella vita reale e continua on-line).
Ma cosa fare per prevenire il bullismo? “Innanzitutto sensibilizzare sul tema, parlarne, migliorare l’autostima personale – è stato detto più volte -, non sottovalutare gli atti di bullismo, e/o giustificare o procrastinare, avere una buona conoscenza del corretto uso di internet e dei social network e informare le vittime dell’esistenza di autorità competenti”.
Si è accennato anche alle norme vigenti contro il bullismo. Che è un reato penale (percosse o lesioni; danni alle cose, danneggiamento; offese-ingiuria; minacce; presa in giro in termini di molestia o disturbo alle persone).
Una mattinata dunque carica di consapevolezza. Una iniziativa che conferma ancora una volta l’importanza del progetto ideato e promosso dalla Dirigente scolastica Giovanna Sardone: “Voglio crescere in una scuola amica”.

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