Ammortizzatori in deroga, serve il tavolo politico
Le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil condividono la valutazione dell’assessore Vincenzo Viti sulla drammaticità della situazione occupazionale nella nostra regione. “Già da tempo abbiamo lanciato il grido d’allarme circa l’aumento esponenziale del ricorso agli ammortizzatori sociali da parte del sistema produttivo lucano, in particolare per quanto riguarda gli ammortizzatori destinati alle piccole imprese al di sotto dei 15 dipendenti, i cosiddetti ammortizzatori in deroga. Infatti, a fronte di una perdurante difficoltà a ricollocare i lavoratori fuoriusciti dai processi produttivi e già transitati per la mobilità ordinaria, non resta che far ricorso alla mobilità in deroga per poter garantire qualche ulteriore mese di sopravvivenza e di reddito alle famiglie degli espulsi, una condizione questa che amplia costantemente la platea dei beneficiari a fronte di una sostanziale assenza di iniziative e misure che la riduca”.
Una situazione così grave che ha indotto Cgil, Cisl e Uil, lo scorso 9 maggio a promuovere una manifestazione che ha visto mobilitati migliaia di lavoratori e di lavoratrici per “rappresentare la necessità di un piano regionale di politiche attive del lavoro mirato alla riqualificazione per la ricollocazione e per la creazione di nuovi posti di lavoro ma anche e soprattutto per evidenziare le necessità di una parte sempre più larga di lavoratori lucani che, colpiti direttamente dalla crisi economica, non trovano altre risposte se non nel sussidio degli ammortizzatori in deroga”.
Per questo motivo Cgil, Cisl e Uil ritengono che “la richiesta di 40 milioni di euro formulata dall’assessore Viti al ministro Fornero per finanziare il fondo regionale per gli ammortizzatori in deroga sia sottostimata rispetto alle reali necessità della regione. Non a caso sono ancora molte le categorie di lavoratori esclusi da questo istituto, come i lavoratori dipendenti impegnati nel settore agricolo e in quello dell’edilizia e ancora i precari e le false partite Iva, etc”.
Cgil, Cisl e Uil ritengono che, “alla luce del periodo di crisi e della difficoltà di creare nuove opportunità di lavoro, bisogna dare risposte a tutti coloro che, terminata la fase della mobilità ordinaria, non trovano nuovo lavoro e risulteranno essere senza reddito, un fenomeno che ha già interessato e interesserà tutti quei settore produttivi che la crisi sta falcidiando come il tessile, il polo del salotto e tutti quei pezzi superstiti della manifattura lucana che in questi anni hanno segnato il passo davanti all’incalzare della crisi”. I sindacati confederali nutrono inoltre preoccupazione per la situazione del settore metalmeccanico, in particolare l’automotive, “il cui ricorso agli ammortizzatori sociali, in deroga per le piccole imprese, è condizionato dall’andamento produttivo della Sata che lascia prevedere nel secondo semestre un’ulteriore contrazione del giro d’affari e un conseguente incremento del ricorso alla cassa integrazione”.
Per questo motivo Cgil, Cisl e Uil valutano “positivamente l’iniziativa assunta dal presidente De Filippo e dall’assessore Viti, ma ritengono contemporaneamente necessario l’attivazione immediata di un tavolo politico che individui con precisione tutte le aree e i settori passibili nell’immediato di un ricorso alla mobilità e alla cassa integrazione in deroga al fine di definire con certezza il fabbisogno e di consentirne per quanto possibile una programmazione”.