Ancora allarme sanità in Puglia
Allarme sanità in Puglia. Gli effetti della manovra Monti potrebbero peggiorare ulteriormente la situazione. Il presidente Vendola è chiaro:”Il combinato disposto della riforma delle pensioni e del blocco del turn over potrebbe portare al collasso immediato l’intero sistema sanitario». Il rischio è che tanti ‘camici bianchi’ sarebbero pronti ad abbandonare gli ospedali pugliesi, paralizzando interi comparti. Ma c’è di più: non solo l’ingresso di nuove forze qualificate (medici e infermieri) è rigorosamente vietato dal blocco del turn-over sancito dal piano di rientro, che resterà in vigore per tutto il 2012, ma ben 530 operatori sanitari sono in procinto di fare le valigie entro il 31 dicembre prossimo, dopo che la Consulta ne ha bocciato la stabilizzazione. Un quadro abbastanza delineato, in grado di far saltare in aria i livelli essenziali di assistenza in Puglia.
“Immaginiamo uno scenario in cui, nel corso delle prossime settimane – ha spiegato Vendola- tutti coloro che possono, anticipino la propria uscita dal lavoro. E siamo già in una situazione di estrema difficoltà per le carenze di personale, per gli effetti delle strozzature determinate dal blocco del turn over, in una condizione di partenza che vede già da tempo la Puglia la regione più penalizzata d’Italia con decine di migliaia di operatori sanitari in meno rispetto a quello che sarebbe necessario”.
Ed il problema non è di quantità di persone in uscita, ma di qualità professionale: potrebbe collassare improvvisamente un reparto, un settore, un ospedale. La settimana prossima è già decisiva, e verterà su punti come le deroghe, le stabilizzazioni dei medici (su cui si era speso l’ex ministro Fitto), lo sblocco delle risorse aggiuntive (oltre 400 milioni), e il via libera al piano di rientro. “Siamo in contatto quotidianamente con il livello politico e con quello burocratico del governo Monti”, ha detto Vendola, auspicando che il 13 dicembre – quando si terrà la verifica sulla manovra dei tagli in sanità al tavolo interministeriale – ci sia l’ok definitivo.
Ieri Vendola, affiancato dall’assessore al Personale Maria Campese e dal capo di gabinetto Davide Pellegrino, ha sottoscritto un nuovo protocollo con Cgil, Cisl, Uil e Direr che riguarda la riorganizzazione complessiva dei 2.400 dipendenti regionali. L’obiettivo è mettere nero su bianco che bandi e avvisi pubblici con cui la Regione continua a reclutare personale a tempo determinato (a cominciare dai 29 dirigenti) “non può e non deve in alcun caso determinare – come recita il comunicato – nemmeno ipoteticamente fenomeni di tipo sostitutivo del personale interessato alle retrocessioni con personale a termine”.