BasilicataCronaca

Andamento climatico, l’Italia perde ogni anno l’89% dell’acqua piovana

Partendo da uno scenario generale sull’andamento climatico nel lungo periodo e da alcuni dati davvero molto preoccupanti (l’Italia perde ogni anno l’89% dell’acqua piovana e la dispersione idrica raggiunge il 40% a livello nazionale, con punte che superano l’80% in alcune reti, soprattutto quelle degli acquedotti rurali e di alcune reti consortili), il Governo Meloni ed il Parlamento un anno fa decidevano che era arrivato il tempo di agire, superando la logica delle emergenze ed avviando una seria programmazione in materia, approvando una legge che prevede disposizioni urgenti per il contrasto della scarsità idrica e per il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche”. Lo ha detto il deputato Aldo Mattia, membro della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, intervenendo all’incontro nella Sala delle Statue di Palazzo Rospigliosi a Roma, promosso da Coldiretti, Anbi e Fondazione Univerde nell’ambito della premiazione del Concorso Fotografico Nazionale indetto sul tema dell’acqua. “Con questa legge sono stati adottati finalmente provvedimenti strutturali decisivi per affrontare la problematica della carenza idrica e le sue ripercussioni sul territorio, sull’ambiente, sulle comunità civili e sui sistemi produttivi, l’agricoltura e non solo, partendo proprio dagli effetti prodotti dal cambiamento climatico. Il primo risultato della legge è l’istituzione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri di una Cabina di regia presieduta dallo stesso Presidente del Consiglio che esercita funzioni di indirizzo, coordinamento e monitoraggio per il contenimento e il contrasto della crisi idrica e, tramite un Commissario straordinario, il Governo può intervenire direttamente – ha aggiunto il deputato – superando le attuali frammentazioni nella gestione della risorsa acqua, accelerando gli interventi fermi da troppo tempo. Inoltre la legge prevede risorse e interventi straordinari per completare i lavori necessari a rendere utilizzabili al massimo possibile gli invasi esistenti, per terminare quelli ancora incompiuti , per realizzare nuovi invasi dove necessari, per ridurre la dispersione idrica delle reti esistenti e per riutilizzare le acque reflue depurate per uso irriguo. Ora lo strumento c’è e anche se una legge da sola non risolverà tutti i problemi e non subito – ha concluso Mattia – la strada è stata finalmente imboccata, continueremo senza sosta in questa direzione”

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