Antenne selvagge, Stella invita i parlamentari lucani a modificare gli articoli del Decreto Sviluppo bis
Il fenomeno delle antenne selvagge preoccupa il presidente Stella che ha sollecitato l’intervento dei parlamentari lucani su quello che a oggi si configura come un vero e proprio allarme sociale. “Il proliferare nelle nostre comunità e nell’intero Paese del fenomeno delle antenne selvagge preoccupa il territorio. È in atto una costante violazione del diritto alla salute che rischia – si legge nella nota – di trovare proprio nelle istituzioni, che invece dovrebbero impegnarsi per garantirne la salvaguardia, il principale alleato. Gli articoli 28 e 29 del Decreto Sviluppo bis in fase di adozione, con cui il Governo intende rilanciare lo sviluppo della competitività tecnologica in Italia, semplifica le procedure per la installazione di impianti per la telecomunicazione e il wi-fi imponendo, di fatto, ai proprietari e ai condomini di accettare l’installazione di una o più antenne in cambio di un risarcimento economico.”
“Tralasciando i commenti rispetto a un baratto eticamente improprio, il provvedimento contrasta palesemente con la Risoluzione del Parlamento europeo n.1815 del 27 maggio 2011 che fornisce indicazioni molto restrittive rispetto alla tutela del diritto alla salute. Elementi – prosegue il presidente della Provincia di Matera – a cui devono aggiungersi la mancata presa in considerazione degli studi della comunità scientifica, che hanno denunciato i pericoli per la salute umana a seguito della prolungata esposizione alle onde elettromagnetiche evidenziando la stretta correlazione con l’insorgenza di tumori, e le conseguenze per lo stesso Stato che questa ipotesi comporterebbe a livello di costo sociale in termini di spesa sanitaria.”
“Considerando la tutela della incolumità dei cittadini e la salvaguardia del territorio sotto il profilo ambientale obiettivi prioritari per tutti i rappresentanti istituzionali locali, a ogni livello, auspico – conclude la nota – che i parlamentari lucani si rendano disponibili a mettere in campo azioni utili a modificare i suddetti articoli nell’interesse delle nostre comunità.”