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Antico Egitto e videogiochi

Da un punto di vista storico, quello dell’antico Egitto è uno dei periodi ai quali è più facile appassionarsi. L’aura di mistero che da sempre avvolge la civiltà egizia si è manifestata in tutto il corso della storia, con personaggi importantissimi che ne hanno subito il fascino come Napoleone Bonaparte, il quale vi condusse una campagna militare che ebbe il merito, attraverso un gruppo di studiosi aggregato all’esercito, di scoprire la Stele di Rosetta. Grazie anche alle esplorazioni archeologiche condotte negli anni ’20 e ’30, l’antico Egitto ha potuto influenzare in maniera importante varie opere narrative, e in particolar modo il cinema: impossibile non pensare a La Mummia del 1932, classico del cinema horror, e al suo omonimo remake del 1999. Anche I Predatori dell’Arca Perduta, primo film di Indiana Jones del 1981, è ambientato per larga parte in Egitto, mentre merita una menzione a parte Assassinio sul Nilo: uno fra i più noti racconti gialli di Agatha Christie, del 1937, già trasposto in film nel 1978, arriverà con un nuovo adattamento cinematografico in uscita l’anno prossimo, dopo il successo della precedente operazione di Assassinio sull’Orient Express. Non solo il cinema è stato influenzato dall’antico Egitto, naturalmente: si possono citare numerose opere di animazione, fumetti e, infine, videogiochi. Fra questi ultimi, in particolare, si trovano opere che punteggiano tutta la storia videoludica.

Un primo esempio risale al 1985 e proviene dal Giappone: si tratta di King’s Valley, sviluppato da Konami per la piattaforma MSX, all’epoca sistema all’avanguardia nei computer domestici. Il gioco, in aderenza agli standard dell’epoca, era un platform abbastanza semplice nel quale ogni livello era disseminato di gemme da raccogliere; il punto forte, tuttavia, era proprio l’ambientazione, all’interno di una piramide con delle mummie da evitare. Sempre al 1985 risale Imhotep, distribuito da Ultimate prima della sua trasformazione in Rare: si tratta di un platform con fasi a scorrimento, sviluppato per Commodore 64 e in cui il protagonista, che dà il nome al gioco, è ispirato all’omonimo architetto al quale è comunemente riconosciuta la paternità della piramide di Djoser.

Negli anni ’90 escono numerosi altri titoli ispirati all’Egitto: è stato il periodo d’oro del genere strategico in tempo reale, inevitabile quindi fare riferimento a due titoli in particolare. Age of Empires, fortunata saga ancora oggi amatissima, fece il suo esordio nell’ormai lontano 1997, e fra le civiltà storiche introdotte quella egizia è una delle più note, con modelli di edifici specifici a riflettere lo stile architettonico reale. Nel 1999 invece uscì Faraon, sviluppato da Impression Games e con tratti più spiccatamente gestionali rispetto a Age of Empires: il gioco prevede la gestione di diverse città egiziane, curando anche aspetti legati alla religione e introducendo quindi alcune divinità del nutrito pantheon egiziano.

L’ispirazione alla ricca mitologia egizia è un altro aspetto sfruttato in molte occasioni. Le ambientazioni egizie non hanno risparmiato nemmeno giochi meno orientati alla ricerca di un taglio storico: sono ricorrenti in numerosi esempi di slot machine, in particolar modo quelle maggiormente diffuse online, e persino una serie come Tekken ne è stata influenzata. Nel caso di quest’ultimo, storico picchiaduro di casa Namco, nel sesto capitolo della serie è stata introdotta tra i nuovi personaggi Zafina, sacerdotessa guardiana di un antico demone egizio. Degno di nota poi Tomb Raider IV, uscito nel 1999 e ambientato per larga parte della trama in Egitto: la protagonista si trova a visitare regioni storiche e a scontrarsi con nemici ultraterreni come mummie, semidei e Seth, il dio egizio del caos.

Di recente, l’ambientazione egizia è stata riproposta in grande stile da una delle serie di maggior successo degli anni recenti: Assassin’s Creed. Nel capitolo del 2017, Origins, l’epoca scelta è quello dell’Egitto Tolemaico: le ambientazioni egizie sono portate in scena da un punto di vista già storico, risalendo anche nella realtà del gioco a un passato ormai lontano e assediato dalle culture dominanti greca e romana; la coesistenza fra queste e il retaggio egizio costituisce parte centrale del gioco. Fra i contenuti aggiuntivi merita menzione il Discovery Tour, novità introdotta proprio con questo capitolo e consistente nella libera esplorazione della mappa con approfondimenti didattici: un approccio educativo che ultimamente sta riscuotendo molto successo, e non sembra un caso che il setting pensato per la sua introduzione in una serie così grossa sia stato proprio l’antico Egitto.

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