Appello per la costituzione di un comitato promotore del referendum NOTRIV nella città di Bari
Le richieste di prospezioni petrolifere in Adriatico e nello Ionio hanno spinto gli abitanti delle regioni interessate a mobilitarsi in maniera molto forte negli ultimi anni. Grazie a questa spinta popolare, anche le regioni si sono attivate per richiedere un referendum che dia la possibilità ai territori di esprimere la propria volontà su un tema che gli ultimi governi hanno sempre cercato di non affrontare.
Il 17 aprile dobbiamo riprendere parola: davanti a un Governo sempre più autoritario e antidemocratico, il referendum sulle trivellazioni costituisce un appuntamento fondamentale. Abbiamo la possibilità e la responsabilità di esprimerci sui nostri territori e sul futuro del nostro Paese, indicando una direzione diversa da quella tutta votata ai profitti e agli interessi di pochi intrapresa dal governo.
Il Governo ha tentato in tutti i modi di depotenziare il referendum: prima rendendo inammissibili due quesiti, poi scorporando il voto da quello delle amministrative.
I due quesiti per il momento non ammessi -sui quali è stato sollevato da 6 regioni il conflitto di attribuzione- riguardavano il Piano delle Aree e la durata dei permessi: cancellandoli, il Governo ha riconfermato il suo disinteresse sia per una pianificazione energetica del territorio nazionale sia per il coinvolgimento delle regioni e dei cittadini.
La scelta del Governo di non indire un election day, spendendo 300 milioni di euro invece che 150, è emblematica della paura che questo ha dell’espressione della volontà popolare.
Il referendum costituisce quindi una sfida al governo: non solo in materia di trivellazioni, ma anche e soprattutto in termini di democrazia.
Per questo è necessario organizzarci e mobilitarci dal basso, consapevoli delle difficoltà che si incontreranno nel corso di questa campagna referendaria, complice ovviamente il tempo ridotto che ci separa dal voto.
Abbiamo meno di due mesi per aprire un dibattito in tutto il Paese, che riesca ad andare oltre il singolo quesito – riguardante l’eliminazione dei permessi per le prospezioni entro le 12 miglia in mare, a fronte della sospensione prevista dal governo – e parli di decarbonizzazione, di democrazia energetica, di presa di parola dei cittadini sui territori, in una fase nella quale sempre più le decisioni vengono accentrate, scavalcando qualsiasi tipo di volontà popolare.
La nostra regione ha conosciuto nel corso degli anni mobilitazioni inedite contro le trivellazioni, sta a noi oggi riuscire a ricomporre quel fronte sociale per dare un valore davvero politico al referendum e portare quanta più gente possibile alle urne il 17 aprile.
Lanciamo per questo un appello rivolto a tutte le associazioni baresi impegnate direttamente o indirettamente sul tema ambientale, per costituire un comitato promotore del referendum in città.
Dobbiamo praticare una democrazia reale, costruendo dal basso uno spazio che possa essere trasversale ed attraversabile. È il momento di decidere sulla nostra terra e sulle nostre vite!
Zona Franka
Rete della conoscenza Bari
Unione degli Studenti Bari
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