Approvato disegno di legge di riforma dell’Arpab
Un’Agenzia regionale per l’ambiente più snella ma soprattutto più operativa. Va in questa direzione il disegno di legge di riforma dell’Arpab approvato oggi dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa.
La nuova normativa, che passa ora all’esame del Consiglio regionale per la definitiva approvazione, prevede tra i vari punti l’abolizione del direttore amministrativo e dei dipartimenti provinciali, dando maggiore spazio alla possibilità di avere più sedi di laboratori sul territorio. Scompare anche la Conferenza permanente, che, a quanto risulta, negli ultimi quattro anni non si è mai riunita. Con il ddl, inoltre, attraverso la partecipazione delle associazioni ecologiste maggiormente rappresentative sul territorio regionale viene rafforzato il Comitato tecnico che diventa così un vero e proprio organo di supporto nella gestione delle politiche ambientali.
“Dopo anni di attesa finalmente abbiamo messo mano ad un’Agenzia – commenta l’assessore Rosa – che per la sua struttura e per la complessità delle funzioni non sempre ha saputo essere all’altezza del suo ruolo. Intendiamo modificare l’attuale legge regionale, laddove la pratica ha dimostrato carenze o inefficienze, reinterpretando le funzioni dell’Arpab alla luce delle sempre più pressanti attenzioni alle tematiche ambientali scaturite dal mutato contesto socio-economico della Basilicata”.
La nuova normativa, inoltre, risponde all’obbligo previsto dalla legge nazionale sul sistema a rete per la protezione dell’ambiente di adeguare le normative regionali entro il 14 giugno 2017. Cosa che finora non è stata realizzata. E’ prevista, dunque, una programmazione in armonia con il dettato normativo nazionale e scadenzata in modo tale da consentire un adeguamento costante e continuativo delle attività dell’Agenzia nel triennio e nell’anno. Nel campo dei controlli e della vigilanza viene, infine, attribuito un potere specifico del Dipartimento Ambiente e del suo direttore genale per le inadempienze collegate all’attuazione dei Piani triennale e attuale.