ARBEA, revoca ministeriale
La pesante dichiarazione di Giuseppe Blasi, direttore generale dello Sviluppo rurale del Ministero Agricoltura, per di più proprio in occasione dell’”evento di lancio” del PSR Basilicata 2007-2013, dovrebbe far riflettere, e non poco, i vertici regionali, tutti presi dalle vicende giudiziarie. Il vero neo che impedisce alla Regione Basilicata di spendere i soldi del Piano di Sviluppo Rurale è la grande carenza dell’Organismo Pagatore. Tale carenza è stata più volte denunciata dal presidente Csail-Indignati Lucani Filippo Massaro. La Commissione Europea invierà una lettera pesante perché il sistema che non paga comporta rischi seri
Non è difficile immaginare a quali ‘rischi’ allude il direttore Blasi: stiamo parlando delle “rettifiche finanziarie” che gravano su ARBEA. Per i non addetti ai lavori: la Commissione Europea si accinge a non pagare di tasca propria tutte le spese , molto discutibili, effettuate dall’ARBEA ed avallate dal governo Regionale, dal riconoscimento come ‘Organismo Pagatore’ (che non paga) dal 2005 ad oggi. Una somma pari a varie centinaia di milioni di euro che finirà per essere pagata interamente dalla Regione Basilicata ovvero, inutile girarci intorno, con il denaro delle tasse dei cittadini lucani. Non solo: per i meccanismi finanziari dell’Unione Europea, il cosiddetto ‘disimpegno automatico’, il mancato riconoscimento della spesa effettuata da ARBEA metterà a rischio l’intero piano finanziario del PSR, il Piano di Sviluppo Rurale della Regione Basilicata. Al danno si aggiunge la beffa: la totale incapacità di ARBEA/Di Mauro, vanificherà l’intero lavoro svolto sul PSR.
Se togliamo i quasi 200 milioni di euro pagati solo grazie ad una “convenzione” con AGEA (che ha il sapore della sudditanza scopo sopravvivenza poltrona) per il “Regime di Pagamento Unico”, rimangono i quattro spiccioli pagati a pochi “fortunati” da un “Ente” che costa cinque milioni di euro all’anno, per la maggior parte spesi in generose “indennità” ad una selva di “responsabili”, di “posizioni organizzative”, e per la graziosa poltrona del direttore Gabriele Di Mauro.
Un fallimento, quello di ARBEA, al di là di ogni scusa ed intempestivo ‘piano di salvataggio’, ed al quale non sono estranee le vicende giudiziarie di Gabriele Di Mauro, da altri spacciate come ‘vicende umane’ separate da quelle amministrative, ma in realtà tutte legate alla sua prebenda di ‘Direttore’ di ARBEA: l’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, la condanna per danno erariale della Corte dei Conti, sentenza 2009/240/EL, legata a vicende di sottoutilizzo di alcuni dipendenti che parlano chiaro sui criteri con cui veniva gestito questo ‘Ente’ (uno dei carrozzoni mangia-soldi ) buono solo a produrre “responsabili” e convenzioni a titolo oneroso; ed ultimo il falso in atto pubblico per l’approvazione del “Bilancio di previsione” 2010 di ARBEA, in sostanza una nuova generosa elargizione di denaro pubblico volta ad aumentare i già ricchi stipendi.
Un fallimento, quello di ARBEA, che costa e costerà caro agli agricoltori e più in generale ai cittadini lucani, e che non è privo di responsabilità da parte della Regione il governatore De Filippo e Gabriele Di Mauro, che nel momento in cui con la D.G.R. n. 1748/2009 ha intascato la condanna inflitta dalla Corte dei Conti; Di Mauro è stato condannato dalla magistratura contabile ma , paradossalmente, dal governatore De Filippo è stato confermato con la facoltà di continuare a gestire il pubblico denaro della Comunità Europea.
Una Regione che, a fronte delle bocciature pervenute dalla Commissione Europea, dal Ministero, da due organismi di controllo internazionali, non ha trovato di meglio che istituire, con D.G.R. n. 1324/2009, una ‘Commissione di vigilanza’ su ARBEA che ha avuto il solo scopo di accompagnare Gabriele Di Mauro ad una non meritata pensione; una ‘Commissione” che ha prodotto (né poteva non produrre) una impietosa relazione, i cui contenuti sono ormai noti a tutti, ma la Regione si rifiuta ancora di prendere atto.
Una Regione che ha sempre fatto il gioco delle ‘tre scimmiette’ di fronte a casi come quello di Tommaso Antonio Romeo, il “responsabile dei sistemi informativi” di ARBEA che, a fronte di una delega totale al SIAN di AGEA (per di più in affidamento diretto, in spregio della vigente normativa sugli appalti pubblici: una vicenda sulla quale la Corte dei Conti bene farebbe a pronunciarsi al più presto), non solo ha intascato le generose indennità mensili di “responsabile”, ma ha anche sfruttato la propria posizione per mettere in pagamento, tramite il SIAN che gestiva, le domande di “ricostituzione del potenziale forestale” Mis. 226 del PSR, per un importo di un milione di euro all’anno, presentate dalla Comunità Montana “Collina Materana” di cui è Commissario dopo esserne stato presidente, per tutti gli anni della sua permanenza in ARBEA.
Il Dipartimento Agricoltura della Regione non ha trovato di meglio che garantire una via di fuga ed una possibilità di dignitoso pensionamento anche a Tommaso Antonio Romeo, come l’ha già garantita a Gabriele Di Mauro: ha istituito uno “sportello informativo” ad hoc a Stigliano, presso i locali che la Comunità Montana “Collina Materana” ha messo a disposizione a titolo gratuito, con generosità.
A fronte di tali accadimenti, poco conta l’intempestivo riconoscimento dei “malfunzionamenti e/o funzionamenti discontinui del sistema informatico SIAN”, come la Regione ha dichiarato nella D.G.R. n. 110 del 26.01.2010, di proroga delle scadenze dei Bandi per le Misura 112 ed 121 del P.S.R. i “malfunzionamenti” del SIAN sono stati più volte denunciati da almeno un anno a questa parte: riconoscerli oggi, ha il sapore di una tardiva scusa, e poco più.
Una Regione che ha delle pesanti responsabilità nell’aver avallato il falso in atto pubblico commesso da Di Mauro con proprio Decreto n. 236/2009 per farsi approvare il “Bilancio di previsione” 2010. L’aver bloccato, per il momento, i 15 concorsi “pre-elettorali” per tecnici Cat. C, suona più come una stretta necessità: quella di liberarsi di Gabriele Di Mauro, al quale evidentemente non bastava essere arrivato alla naturale scadenza . È molto significativo, in proposito, l’innaturale silenzio sceso da metà novembre 2009 ad oggi sulla ” vergognosa ” vicenda ARBEA.
Il mantenere ancora in vita l’inutile Carrozzone-politico-mangiasoldi, noto come “ARBEA”dove è cambiata solamante la musica e i musicisti sono gli stessi, non farà che aggravare i già tragici problemi dell’agricoltura lucana. La semplice sostituzione dell’ormai compromesso Gabriele Di Mauro con qualche trionfatore di spartizione da Manuale Cencelli non potrà certo rimettere in efficienza un “Ente” ormai allo sbando totale. L’unica soluzione sarebbe stata l’ammettere quale errore sia stata l’istituzione dell’ ”Organismo Pagatore Lucano” diretto da Gabriele Di Mauro e legiferarne, in tempi non sospetti, l’immediata chiusura di ARBEA perchè è stata l’artefice del totale fallimento dell’agricoltura lucana.
Viene da dubitare che la naturale conclusione della vicenda di ARBEA rientri fra gli interessi del Presidente De Filippo: sia quelli politici del “tuttappostismo”, sia quelli più domestici legati al fatto che la moglie, Rosa Tutino, è, guardacaso, un “alto funzionario” di ARBEA.
Con la “REVOCA” del riconoscimento ARBEA, finalmente sono stati stravolti ed annientati gli accordi politici e le sciocche strategie del governatore De Filippo .
Dopo le continue battaglie del Csail , anche con la formulazione del famoso ” Dossier Csail-Massaro / Arbea-Di Mauro & C. “, non si è fatto attendere la comunicazione ufficiale del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali che in data 12 Maggio 2010, ha emanato : IL DECRETO DI REVOCA DEL RICONOSCIMENTO DI ARBEA QUALE ORGANISMO PAGATORE PER LA REGIONE BASILICATA – CON LA CONSEGUENTE ASSUNZIONE DELLA GESTIONE DEI PAGAMENTI DA PARTE DELL’ORGANISMO PAGATORE “AGEA” CHE VIENE ANCORA OSTACOLATA DAI BUROCRATI E CONFUSIONARI DIRIGENTI DELL’AGENZIA LUCANA.
Adesso nessuno osi ostacolare l’operazione verità sulle responsabilità e chi le ha commesse sia chiamato a rispondere in tutte le sedi istituzionali amministrative e giudiziarie.
Il Csail annuncia che si costituirà parte civile in difesa degli agricoltori penalizzati e danneggiati per aver fatto ricorso all’usura ed il conseguente fallimento delle proprie aziende causato anche dal discutibile e vergognoso ” Sistema Arbea /Di Mauro & C .”-
Filippo Massaro, Csail – Indignati Lucani