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Arcelormittal: “Stop a test sierologici sul personale. L’Asl deve collaborare per la sicurezza in fabbrica”

Taranto è in controtendenza con il resto di Italia, in termini di contrasto al Covid-19 nelle grandi fabbriche. Tra gli accordi sindacali per il ritorno graduale al lavoro firmati è previsto il ricorso al test sierologico, così come concordato con le Asl territoriali. Anche a Taranto, il sindacato, in ArcelorMittal ha spinto affinché fossero introdotti i testi sierologici sul personale. Cosa già avviata, ma che improvvisamente si è fermata.

«Per affrontare la “Fase 2” dell’emergenza Covid-19 è necessario conoscere le persone che sono venute a contatto con il virus e che potrebbero aver già sviluppato un certo livello di immunità. Per questo è fondamentale che nelle grandi fabbriche come ArcelorMittal – così come già avviene in FCA, Fincantieri e nel sito dell’ex Ilva di Genova – tra le misure di sicurezza anticontagio,  vengano effettuati i test sierologici che individuano la presenza degli anticorpi diretti contro il Coronavirus». Lo ricorda a gran voce la Fim Cisl Taranto Brindisi, attraverso il segretario generale aggiunto Biagio Prisciano, alla luce del progetto di screening anti Covid-19 per tutti gli oltre 10mila dipendenti, concordato nelle scorse settimane dal ArcelorMittal con le organizzazioni sindacali. Nel corso delle riunioni di coordinamento per fronteggiare l’emergenza sanitaria in fabbrica, l’azienda – su proposta sindacale – aveva incominciato ad organizzare, dando avvio quindi, i test sierologici, attraverso l’ausilio di laboratori esterni, sulla base dell’adesione volontaria dei dipendenti, al di fuori dell’orario di lavoro e completamente gratuiti. Senza dubbio un’ulteriore misura preventiva che va ad aggiungersi a quelle già messe in atto fin dai primi momenti dell’emergenza Coronavirus, frutto di accordi col sindacato. “Mentre ai termoscaner già attivi da tempo, sono state integrate  termocamere, i dispositivi che consentono la rilevazione della temperatura corporea a più persone contemporaneamente – aggiunge la Fim Cisl – oggi l’azienda ci ha comunicato che, su indicazione da parte dell’Asl, ha sospeso il programma dei test sierologici, già da lunedì 4 maggio. Nel frattempo l’azienda sta provvedendo ad avvisare i lavoratori che avevano già programmato il test per lunedì mattina. Una notizia che non agevola affatto la ripartenza. Per noi, i test sierologici, rappresentano un passaggio importante per le riaperture delle attività produttive, oltre a quanto previsto dai vari Dpcm, dai verbali di riunione sottoscritti, per meglio monitorare costantemente i luoghi di lavoro. Il lockdown ha messo in ginocchio il cuore pulsante dell’economia italiana, che poggia le basi su una fitta rete di piccole e medie imprese e artigiani, fermi ai box da troppo tempo. Taranto – con il suo tessuto industriale e le tante famiglie collegate – in tal senso, sta pagando un prezzo davvero alto. Non si può continuare a vivere di ammortizzatori sociali”. Per la Fim Cisl serve una svolta, e anche in fretta, purché in sicurezza. “In questo contesto, assume un’importanza capillare, quindi, garantire la sicurezza in fabbrica attraverso l’ausilio dei test sierologici e di tutti gli strumenti utili a garantire la sicurezza dei lavoratori, salvaguardando la salute. Chiediamo all’Asl di Taranto di chiarire questa situazione che, di fatto, non tranquillizza affatto le famiglie dei tanti lavoratori, per i quali chiediamo massima attenzione in termini di salute e sicurezza. Non possiamo permetterci, in questa fase, passi indietro. Per noi i test sierologici vanno ripristinati. L’Asl oltre al supporto, qualora ritenga che i test sierologici non siano percorribili – conclude Prisciano –  allora metta in campo strumenti sanitari alternativi e idonei atti a garantire la sicurezza tra tutti i lavoratori che ogni mattina accedono all’interno della fabbrica”.

Fim Cisl

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