ArcelorMittali, dichiarazione del Segretario Generale Aggiunto Fim Cisl Taranto Brindisi, Biagio Prisciano: “L’azienda ritiri immediatamente le contestazioni disciplinari nei confronti dei lavoratori”
«Di fronte al provvedimento di sospensione dal lavoro adottato da ArcelorMittal Italia nei confronti di alcuni dipendenti del sito di Taranto, per aver commentato sui rispettivi profili social, in riferimento alla fiction tv con Sabrina Ferilli, come Fim Cisl riteniamo ingiustificata e priva di fondamento la punizione inflitta dall’azienda, specie in un contesto difficile come l’attuale».
Così il segretario generale aggiunto della Fim Cisl Taranto Brindisi, Biagio Prisciano, alla luce delle notizie emerse nelle ultime ore, relativamente al pugno di ferro adottato dal management di ArcelorMittal nei confronti dei lavoratori dello stabilimento siderurgico tarantino che hanno postato sui social alcuni commenti.
«Sono ormai circa dieci anni che i lavoratori ex Ilva, ora ArcelorMittal – aggiunge Prisciano – sono costretti a pagare, per tutti, il prezzo più alto di una crisi senza fine. Tale situazione non si regge più è in molti si sentono soli e a volte sentono di condividere la rabbia e la disperazione attraverso la tastiera di un telefonino o di un computer».
Secondo la Fim Cisl, considerato il momento, bisogna evitare di gettare benzina sul fuoco. Serve un clima di distensione.
«Quanto accaduto a questi lavoratori ha dell’inverosimile. Vedersi recapitare sotto il periodo Pasquale una raccomandata dal proprio datore di lavoro ArcelorMittal, con un provvedimento di sospensione cautelativa per aver commentato attraverso i social la serie tv andata “Svegliati Amore mio”, recentemente andata in tv, è alquanto eccessivo. Riteniamo – rimarca Prisciano – l’atteggiamento aziendale non solo pericoloso, ma anche a senso unico, repressivo e dittatoriale. Condotta che non fa altro che alimentare ulteriormente il clima di tensione in mezzo ai lavoratori, già fortemente provati e stremati, non solo a livello economico e lavorativo, ma anche psicologico, per una soluzione che – sotto il profilo ambientale, occupazionale e di salute, tra i mille ritardi e rinvii – tarda a venire».
Per la Fim Cisl questo sicuramente non è l’approccio giusto da parte di ArcelorMittal nei confronti di chi ogni giorno trepida per portare il pane a casa. «ArcelorMittal deve interrogarsi sull’accaduto e visto che siamo a Pasqua, anche attraverso un attento esame di coscienza. È necessario – aggiunge Prisciano – che concentri ogni attenzione, senza disperdere energie su futili motivi, sulle problematiche in essere e rimaste irrisolte».
La Fim Cisl chiede ad ArcelorMittal ed in questo caso all’Amministratore delegato Morselli, che ritiri immediatamente tali contestazioni, ingiuste e irrispettosi nei confronti dei Lavoratori e della Città.
«Chiediamo, inoltre, al Governo di intercedere per questi lavoratori con l’azienda, affinché le contestazioni non siano trasformate in licenziamenti. Mai come in questo momento il dialogo deve prevalere, essere accompagnato dal confronto e dall’ascolto, l’unica strada maestra che può e deve cambiare le cose in meglio e non in peggio. Pertanto, ArcelorMittal ritiri quanto comminato, ascoltasse i lavoratori, pensasse alle reali necessità urgenti che ha bisogno la fabbrica, i lavoratori tutti, l’indotto e la città. Diversamente – conclude Biagio Prisciano – dimostrerebbe l’ennesimo muro che continua ad applicare ma che non porta da nessuna parte e che produce solo ingiustizie».