Arif, i sindacati scrivono ad Emiliano
Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil hanno inviato una lettera al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, rappresentando le irrisolte questioni che riguardano i lavoratori dell’Arif. Questa la nota ufficiale
“Con nota formale del 12 febbraio 2019, le scriventi OO.SS.hanno sinteticamente rappresentato alla Regione Puglia le numerose criticità che gravano sulla gestione dell’ARIF.
In particolare,è statoevidenziato che, nonostante gli impegni assunti dalla Direzione Generale dell’Agenzia, anche in sede istituzionale, nessun atto è stato posto in essere.
Lamanifestazionediprotestacongiornatadiscioperodelloscorso 11marzo,indettodallesigle sindacali del settore agroalimentare, per denunciare l’inerzia rispetto agli impegni assunti durante le innumerevoli riunioni, anche ufficiali, tenutesi presso l’Assessorato regionale all’agricoltura, evidentemente non ha sortito effetto alcuno.
L’inaccettabileatteggiamentodellaDirezioneGeneraledell’ARIF,particolarmenteesasperatodaun comportamento teso ad ignorare e mortificare le legittime aspettative dei lavoratori, impone la necessità di richiedere un incontro avente carattere d’urgenza col Presidente Emiliano.
É tutto fermo al 19 febbraio scorso, data in cui è stato sottoscritto l’ennesimo verbale con ARIF che, tra le altre cose, prevede l’attivazione delle procedure per la stabilizzazione degli impiegati ex SMA che attendono da otto anni e, più in generale, le azioni di programmazione delle attività stagionali, come pure il rinnovo del Contratto integrativo regionale di lavoro (CIRL) e il pagamento del Salario Variabile relativo agli anni 2016 e 2018.
LascarsaattenzioneversoilContrattoIntegrativoRegionalediLavorodisettorescadutoadicembredel 2016 la cui piattaforma rivendicativa è stata inviata da tempo alla dirigenza dell’Agenzia e alla stessa Regione, denota la volontà di svuotare un importante strumento negoziale. A ciò si aggiunge il mancato pagamento del premio per obiettivi relativo agli anni 2016 e 2018 che i lavoratori attendono da tempo. Il Direttore Generale si era impegnato, una volta adottato il bilancio di previsione 2019, adozione realizzata il 5 marzo scorso, a riconoscere quanto dovuto. Accade invece che si preferisce riconoscere il premio di risultato a soli 70 dipendenti con contratto pubblico e se ne escludono circa mille, che di fatto realizzano gli obiettivi, ai quali si applica il contratto di tipo privato”.