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Arpab, Coviello replica alle affermazioni del direttore Iannicelli

Nessuna frase offensiva, solo constatazioni di fatto”. Così il capogruppo della “Lega Salvini Basilicata”, Tommaso Coviello, replica alle affermazioni del direttore generale dell’Arpab e aggiunge: “Ribadisco la mia posizione e le dichiarazioni esternate in Consiglio regionale lo scorso 14 gennaio, il direttore Iannicelli non ha mai presentato una formale lettera di dimissioni al presidente Bardi, come avrebbe dovuto fare”.

“Il rapporto che lega il direttore generale di un’agenzia come l’Arpab ed il governo regionale, infatti – continua Coviello – è un rapporto squisitamente fiduciario che, per sua natura, va riconfermato ogni qualvolta viene rinnovata la guida politica della Regione. Cosa che non è avvenuta”.

“La nota prot. n. 0016456 del 10.09.2019, invocata dal direttore generale per giustificare il proprio comportamento – continua Coviello – non ha assolutamente i requisiti di un atto formale dimissionario: innanzitutto, non è tempestiva perché inoltrata solo quattro mesi dopo l’insediamento della Giunta Bardi e, poi, non è chiara nella sua formulazione perché dalla lettura del testo non si evince alcuna volontà di rassegnare le dimissioni. Il direttore Iannicelli, scrive al presidente Bardi e cito testualmente ‘laddove mi ritenesse inadeguato al punto da chiedermi di rassegnare le mie dimissioni da direttore generale dell’Arpab, trarrò le mie conseguenze’. Anche volendo applicare un’interpretazione estensiva, spinta sino alla decodificazione del pensiero, da questa espressione non si desume alcuna volontà di dimettersi. Il direttore Iannicelli, con la citata nota del 9.09.2019, si limitava a consultare il presidente Bardi per conoscere il suo pensiero e assumere le conseguenti determinazioni. Altro che dimissioni. Questi sono i fatti”.

“Non c’è nulla di personale – dice – nei confronti del direttore Iannicelli, ma non posso condividere il suo comportamento. Peraltro, il direttore generale è stato nominato a ridosso delle ultime consultazioni elettorali regionali, l’ultimo giorno utile prima del regime di prorogatio, periodo nel quale è interdetto ogni provvedimento che non sia di gestione dell’ordinaria amministrazione. A maggior ragione c’era la necessità di una rinnovata fiducia che il presidente Bardi avrebbe potuto concedere dinanzi ad un formale atto di dimissioni, mai presentato”.

“Per di più – conclude Coviello – un dirigente in possesso delle descritte competenze manageriali, tanto decantate nella nota di settembre, non avrebbe dovuto avere alcuna difficoltà a rassegnare le proprie dimissioni, potendo ambire al rinnovamento della fiducia o al conferimento di incarichi altrove. La dignità ed il senso delle istituzioni devono sempre ispirare il comportamento di tutti noi”.

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