Arpal, DIT Puglia contraria alla nomina di Massimo Cassano
“Lo sgambetto del presidente Michele Emiliano lo avevamo messo in conto. Ci è apparso chiaro che nel momento in cui i numeri, in aula, erano a favore della nostra Mozione – per rimuovere dall’incarico di commissario straordinario dell’Arpal, Massimo Cassano – qualche fedelissimo e complice del governatore avrebbe tirato fuori dal cilindro un espediente per far saltare la seduta. E così è stato, dopo quasi tre ore di discussione alcuni esponenti della maggioranza hanno sentito improvvisamente il bisogno che in aula ci fosse proprio Emiliano. E ci chiediamo: quali elementi di discussione può aggiungere a ciò che appare chiaro anche a quella parte di maggioranza che nutre i nostri stessi legittimi dubbi di legittimità della nomina utile più sul piano clientelare che gestionale?
“La Legge che istituisce l’Agenzia regionale per le Politiche Attive del Lavoro non prevede la nomina di un commissario straordinario, ma di un direttore generale di comprovata esperienza per il ruolo che deve svolgere, che è meramente un ruolo tecnico/amministrativo e non politico. La Legge prevede espressamente titoli che una “nomina politica” può tranquillamente trascurare, ma in questo caso non è così. Il dottor Cassano li possiede? Non lo sappiamo. A spregio delle norme sulla trasparenza previste per la Pubblica Amministrazione non è stato reso pubblico il Curriculum.
“Nulla vieta, quindi, a Emiliano di indire un bando per la scelta del direttore generale e a Cassano di partecipare se ha i titoli per essere scelto alla guida dell’Arpal. Ma il fatto che queste normali procedure, seguite per altre Agenzie e non per ARPAL, fa venire il sospetto che, invece, in questo caso qualche ‘mistero’ esista. E allora siccome la moglie di Cesare non deve essere onesta, ma sembrare onesta… noi chiediamo a Emiliano, magistrato in aspettativa, semplicemente di rispettare una Legge regionale che insieme abbiamo votato e voluto in adempimento di una normativa nazionale. Ci fa particolarmente specie che proprio Emiliano, paladino di giustizia, in questo caso difenda anche contra-legem la nomina di Cassano e ciò avvalora e rafforza il sospetto, ormai palese, che ciò avvenga perché è semplicemente una nomina politica e clientelare. E i pugliesi non si meritano questo!”