Arresti domiciliari per tre persone nel Barese per caporalato
Pagavano i braccianti 2,5 euro all’ora, facendoli lavorare fino a 14 ore consecutive sotto i teloni con temperature altissime, pretendendo che ogni giorno restituissero al caporale 2 euro. Con le accuse di associazione per delinquere, caporalato, estorsione, truffa ai danni dell’Inps e autoriciclaggio, la Guardia di Finanza ha messo agli arresti domiciliari tre persone e notificato l’obbligo di dimora per altre quattro. Gli arrestati sono la donna accusata di fare da ‘caporale’, Maria Macchia, l’amministratore e l’addetto alla contabilità dell’azienda agricola Extrafrutta di Bisceglie, Bernardino Pedone e Massimo Dell’Orco. Gli altri 4 indagati, familiari della donna, raccoglievano il denaro dai braccianti. L’indagine è partita due anni dopo segnalazioni anonime e di lavoratori e ha monitorato circa 2mila braccianti sfruttati. E’ emerso anche un trattamento discriminatorio nei confronti delle donne, pagate mediamente meno degli uomini. È stato accertato anche un episodio di omesso soccorso ad una bracciante che si era sentita male tre volte nello stesso giorno