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Asp Potenza “trattiene” l’intero personale di servizio per 36 ore dopo il caso di positività di un operatore di reparto

La Fials denuncia con forza la gravissima condotta della direzione sanitaria dell’Asp che ha risposto all’appurata positività di un Operatore di un Reparto. dell’ASP di Potenza trattenendo l’intero personale in servizio per 36 ore. I dipendenti sono rimasti bloccati in reparto dalle 8 di mattina di giovedì 19 alle 20 di venerdì 20 marzo. Senza possibilità di tornare a casa, né tantomeno con cambio o ristoro. E il risultato dei tamponi è arrivato, comunque soltanto nel pomeriggio di sabato 21, i test  tutti negativi.
La Fials ha perciò diffidato il direttore generale dell’ ASP di Potenza in merito al mancato rispetto dei riposi obbligatori previsti per il personale in attesa dell’esito sui test per il COVID-19.
Il segretario provinciale della FIALS, Giuseppe Costanzo, nella diffida trasmessa ha lamentato “l’assenza totale di ogni tutela con riguardo ai riposi obbligatori da imporre ai lavoratori”. In particolare, l’esposto inviato dal dirigente sindacale “segnala che il 19 marzo, il direttore sanitario, disponeva l’impedimento di ogni flusso in entrata e in uscita nell’U.O.., in quanto un’operatore  assegnata al reparto, precedentemente febbricitante e con un familiare positivo COVID-19 ricoverato in rianimazione, prestando servizio, involontariamente, aveva posto a rischio l’intero reparto”.
“Erano presenti all’interno del reparto – precisa Costanzo – due infermieri, un’OSS, una guardia giurata e due medici, oltre il personale che aveva montato per il turno pomeridiano, ovvero, un medico e una guardia giurata. Alle ore 15 circa, venivano effettuati tutti i tamponi per il test. Alle ore 20:00 circa, si presentavano nel reparto due infermieri per il turno di notte, ma, naturalmente, non entravano in servizio.
Tutto il personale succitato è rimasto in servizio attendendo l’esito del test”.
La Fials contesta perciò la condotta dell’ASP alla luce dell’articolo 41 della Costituzione: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con la utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. Invece l’Azienda sanitaria “nulla ha fatto -sottolinea la diffida – per garantire al personale il riposo dovuto e nulla ha disposto, in dette circostanze, affinché si isolasse il suddetto personale presso idonei locali di ristoro e non all’interno del servizio così da impegnarli nelle estenuanti attività di assistenza, con l’elevato e concreto rischio che si ammalassero per usura e commettessero malpractice sui pazienti”.
In conclusione la Fials ritiene “gravemente lesiva la condotta perpetrata ingiustamente dall’ASP nei confronti del personale e, riservandosi in tempi migliori una tutela giudiziaria su quanto subito dal personale, chiede quali provvedimenti verranno adottati nel futuro per affrontare tali situazioni affinché si tuteli il personale dall’eccessivo e intollerante impegno assistenziale.   Si auspica, inoltre, che i tamponi destinati a verificare lo stato di positività del personale in servizio abbiano la priorità, in quanto, oltre all’art. 32 Cost. che incide su ogni persona, vi è anche un ulteriore obbligo di tutela dettato dall’art. 2087 C.C., che incide esclusivamente sul lavoratore”.  
Naturalmente Costanzo assicura la disponibilità dell’organizzazione sindacale per un immediato incontro in cui trovare insieme soluzioni pianificate.

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