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Assemblea pubblica CGIL Matera su tassazione locale

Buongiorno a tutti

La Cgil oggi è in piazza per rendere nota a tutti la nostra posizione e le nostre proposte sulle tasse locali, Imu, Tasi, Tari, addizionale comunale IRPEF.
Di fronte all’improvvisa impennata delle aliquote, in un contesto sociale già troppo provato dalla crisi e dall’elevato tasso di disoccupazione, la CGIL ha provato più volte a dialogare con l amministrazione comunale ma senza alcun esito.
E quando le controparti negano il confronto, il sindacato ha una unica arma e strada: scendere in piazza e rendere note le proposte.
Non è produttivo l’atteggiamento di chi intende amministrare, prescindendo dal confronto con le parti sociali, ignorando le proposte e le richieste di chi tutti i giorni è a contatto con i bisogni della collettività e con le esigenze individuali ed ha il polso della situazione sociale.
Atteggiamento ancor più grave se il tema è l aumento delle tasse comunali, cosa che riguarda tutti i cittadini, ricchi e poveri.
I temi della tassazione locale, e dei servizi che da essa devono derivare ai cittadini, non possono essere trattati in solitudine dall’amministrazione comunale, prescindendo dal confronto con chi conosce i problemi e i bisogni della collettività.
E se poi i risultati sono quelli che stiamo vivendo sulla nostra pelle, si conferma la necessità che questa amministrazione deve avere il buon senso e la correttezza di tenere in considerazione le proposte di chi ha il solo obiettivo di migliorare le condizioni di vita dei cittadini.
Le tasse si devono pagare perché devono garantire la redistribuzione in termini di servizi alla collettività (mobilità urbana, gestione rifiuti, manutenzione strade, illuminazione pubblica, asili nido, manutenzione verde etc.) ma esse devono essere giuste, eque e sostenibili.
Siamo scesi in piazza perché vogliamo dare voce alla realtà e alla base da cui questa amministrazione doveva partire per determinare le aliquote e la misura delle tasse locali.
Una base che è stata ignorata. Una base che è fatta di cittadini in carne ed ossa che sono in difficoltà perché hanno pensioni e salari bassi, perché hanno perso il lavoro, perché vivono di sussidi molto esigui e a cui oggi una tassazione così alta accresce, esasperandola, la disperazione con cui essi convivono ogni giorno.
Disperazione che e’ esasperazione perché in molti nuclei familiari non si riesce più a garantire nemmeno la sopravvivenza.
Questa amministrazione nel deliberare a cuor leggero gli aumenti delle tasse locali, non ha tenuto conto del contesto in cui sta amministrando, anzi ha lo ha palesemente ignorato.
Non si può avere l obiettivo esclusivo di far quadrare i conti, facendo semplicemente cassa sulla pelle dei più deboli, non considerando che troppe persone in questa città non hanno soldi per sostenere un aumento tanto consistente delle tasse.
Questa amministrazione sta peccando di leggerezza e superficialità.
Perché ogni volta che l’ introduzione o gli aumenti delle tasse sono privi del rispetto dell’art. 53 della Costituzione, essi determinano iniquità fiscale e ingiustizia sociale.
Siamo in piazza perché pretendiamo che a Matera, capitale della cultura, si possa realizzare immediatamente, e senza alibi e rinvii, equità fiscale e giustizia sociale.
LE TASSE LOCALI vanno determinate secondo i principi contenuti nell’articolo 53 della Costituzione: si concorre alle spese pubbliche in ragione della capacità contributiva e il sistema tributario deve essere uniformato al criterio della progressività.
Questo significa che chi più ha, più deve dare e chi meno ha, meno deve dare.
Nel determinare le aliquote delle tasse, bisogna tenere conto delle differenti condizioni economiche che ci sono fra i cittadini: a redditi diversi, corrispondono tasse proporzionate agli stessi.
Questo deve accadere per Tasi Imu ma anche per l’addizionale comunale IRPEF.
Non dobbiamo dimenticare che fu proprio l’assessore Quintano (quando era sindaco Buccico) che, con lo stesso attuale stile ragionieristico, propose l’aumento della addizionale comunale IRPEF nella misura massima dello 0.80. Aliquota massima che tuttora sussiste. Si badò anche allora a fare cassa senza tenere conto se la base (cioè i cittadini) potesse sostenere un incremento così elevato.
Chiediamo che la ADDIZIONALE COMUNALE IRPEF sia ridefinita attraverso l’introduzione di nuove fasce di esenzione e di nuovi scaglioni reddituali.
Così come chiediamo che la Tari sia temperata dalle condizioni socio economiche del nucleo familiare: non è vero che “più si è e più si consuma”.
Dipende dalle condizioni economiche del nucleo: se il nucleo e’ povero, seppure numeroso, consumerà meno.
Così come bisogna incentivare i comportamenti virtuosi : chi più differenzia, meno paga.
E per queste ragioni che questa amministrazione deve realizzare un efficace sistema di raccolta differenziata improntato sul sistema del “porta a porta” per rendere più pulita la nostra città e per determinare, nel tempo, un ridimensionamento effettivo dei costi del servizio.
Alla Regione Basilicata contestiamo il ritardo rispetto al piano di gestione dei rifiuti. Le discariche sono diventate bombe ecologiche e non hanno più capienza per il conferimento. Per quella di LA MARTELLA vanno avviati immediatamente interventi di messa in sicurezza e azioni di bonifica.
Nello specifico, per Tari, fermo restando il pagamento della prima rata che scade il 31 dicembre prossimo, urge dilazionare immediatamente le restanti rate correlandole al nuovo piano economico finanziario della gestione dei rifiuti: la Tari va pagata in base ai costi effettivi che si stanno sostenendo e non a quelli presunti.
I risparmi che si stanno realizzando vanno restituiti ai contribuenti già nella determinazione dell’imposta del 2015, senza rinviare furbescamente al 2016. Quindi la Tari va ricalcolata corrispondendo ai cittadini i nuovi modelli di pagamento.
Circa la Tasi, si è solo realizzata confusione nei cittadini e non si è avuto cura di riservare loro chiarezza.
Questo comportamento consegna la poca attenzione verso la cittadinanza sballottata nella “danza pazza” di aliquote che ancora oggi non sono chiare.
La conferenza stampa, tenutasi ieri da parte dell’amministrazione comunale, ha solo confermato che si è agito in modo confuso.
Le delibere di giunta, circa gli incrementi, sono arrivate in ritardo in consiglio comunale per la convalida.
Questo ha creato l’incertezza che ancora oggi regna sovrana.
Eppure siamo convinti che si sarebbe potuto compiere un maggiore sforzo di razionalizzazione delle risorse disponibili per evitare l ‘umento delle tasse, attraverso soluzioni diverse che l amministrazione non ha voluto nemmeno ascoltare.
Invece, è stata scelta la via, più facile, della costruzione di un alibi per fare cassa, scaricando la responsabilità sui predecessori.
Ma restano intatti i problemi legati ai tempi non rispettati e soprattutto alla sostenibilità degli incrementi esagerati. E questa non è solo la posizione della CGIL ma anche del ministero delle finanze che ha impugnato presso il TAR le delibere relative agli incrementi dell’1.60 e dell’1.80.
Pretendiamo chiarezza e soprattutto che ci si sieda ad un tavolo di concertazione perché ciascuno possa svolgere il proprio ruolo, attraverso uno strumento che si chiama contrattazione sociale con cui il sindacato vuole partecipare attivamente alle scelte che impattano sulle condizioni di vita delle persone.
La conferenza stampa di ieri è stata un’offesa per il sindacato confederale perché, ancora una volta, si conferma che questo Sindaco intende prescindere dalla rappresentazione dei bisogni e delle esigenze, evitando il confronto con chi è portavoce dei più deboli.
E non dimentichiamo che durante la campagna elettorale questa coalizione aveva annunciato il dimezzamento delle tasse.
Delle due, l’una: o si parlava a vanvera pur di raccogliere voti, o non si conoscevano le reali condizioni delle casse comunali e ora si sta violando il mandato ricevuto dai cittadini.
In entrambi i casi, ci troviamo di fronte ad una improvvisazione che sta nuocendo all’intera collettività materana.
Se si vincono le elezioni, non si guarda indietro ma responsabilmente si cerca di risolvere i problemi presenti e futuri, accollandosi oneri e onori e attuando i programmi con coerenza e non continuando ad addossare la colpa dei propri fallimenti su chi ha precedentemente amministrato.
In questo momento a Matera si sta consumando una grave ingiustizia sociale a danno della cittadinanza a causa di tasse locali incrementate senza avere avuto l’umiltà di ascoltare e vagliare le nostre proposte che abbiamo formalizzato nell’unico incontro tenutosi con le parti sociali in occasione dell’ audizione in commissione Bilancio.
Abbiamo fatto appelli al Sindaco, abbiamo richiesto incontri, ci siamo rivolti al Prefetto.
Tutto questo ha solo un fine: presentare proposte per tasse eque giuste e sostenibili e avviare un confronto.
Vogliamo che si avvii un confronto che faccia il bene della città.
I conti si quadrano con tasse che vanno pagate in base ai redditi prodotti: tasse più alte per redditi alti, tasse più basse per redditi bassi.
Questo si chiama diritto alla equità che rivendichiamo non solo noi ma anche il Papa nei suoi richiami ad avere attenzione e cura degli ultimi, dei senza lavoro.
Equità significa pure rispetto della dignità di chi, la comunità, deve vedersi realizzate le condizioni per la affermazione di questo criterio.
Inoltre c’è anche un altro strumento per aumentare le entrate per le casse comunali: predisporre un piano di contrasto all’evasione ed elusione delle tasse locali.
Ciò potrebbe comportare un recupero consistente di risorse.
Per questo chiediamo al Comune di Matera di stipulare patti anti evasione con l’Agenzia delle Entrate che portino anche all’accertamento della reale condizione e destinazione degli immobili per i quali vanno pagate le tasse: non si può accettare che per un rudere trasformato in casa di lusso si paghi meno di una casa popolare con due stanze.
A chi ci provoca, chiedendoci dove eravamo in questi mesi? Rispondiamo che noi eravamo, siamo e saremo sempre nella stessa parte: cioè ad avere cura delle persone, dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani e dei disoccupati, ad avere cura dei bisogni, ad avere cura di chi ha il lavoro, di chi lo cerca o lo ha perso, ad avere cura che tutti paghino le tasse equamente.
A Matera si sta affermando una deriva pericolosa che va fermata: il prelievo fiscale non può prescindere dal reddito! Nè può passare il principio che è più conveniente tartassare i redditi più bassi perché numericamente si tratta di più cittadini!
Non permetteremo che ciò diventi una paradossale realtà.
Dalla piazza, che e’ il nostro luogo principe, la nostra casa che ci consente di stare con le persone per difenderle, lanciamo l’ennesimo appello alla amministrazione comunale di avviare un confronto con le parti sociali per le tasse locali 2015 e 2016, per la gestione rifiuti, per gli asili nido, per la mobilità urbana, per i contenitori socio-culturali, per il lavoro legato a Matera 2019 fondato su sicurezza, diritti e tutele e non sui voucher, per costruire insieme le condizioni per cui la capitale della cultura sia esempio positivo di contrattazione sociale e di servizi efficaci ed efficienti redistribuiti alla collettività.
Siamo quello che facciamo e come lo facciamo: si parta da qui per potere realizzare il bene della comunità.
Perché, perseverando in un atteggiamento snobista, da parte di questa amministrazione, verso le parti sociali si continuerà ad affermare ciò che si sta vivendo in questi giorni: iniquità e ingiustizia sociali che il sindacato vuole superare perché cambiare si deve e si può.
Si deve imparare a leggere la realtà, e non a prescindere da essa, per amministrare la cosa pubblica in maniera equa e giusta.

Manuela Taratufolo – SG CGIL MATERA

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